Continuano a lievitare le spese per le armi da parte degli Stati di tutto il mondo.
A denunciarlo è il SIPRI, l’Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma,
che parla di un aumento del 6% nell’ultimo anno. Secondo l’istituto svedese, gli Stati
spendono globalmente 851 miliardi di euro l’anno per la corsa agli armamenti, mentre
hanno deciso di dedicarne solo 6,5 alla risoluzione dell’attuale crisi alimentare,
come emerso nel vertice FAO appena concluso a Roma. Ma quali sono i principali motivi
che spingono a quest’aumento della spesa per gli armamenti? Salvatore Sabatino
lo ha chiesto a Maurizio Simoncelli, esperto di geopolitica dei conflitti di
Archivio Disarmo:
R. – Noi
abbiamo assistito in questi anni ad una serie di crisi internazionali: come quella
dell’Iraq e dell’Afghanistan, la diffusione del terrorismo internazionale, la non
soluzione, purtroppo, ancora permanente della questione israelo-palestinese e, in
generale, una evidente crisi del sistema delle Nazioni Unite che, dopo il bipolarismo,
non sono riuscite ad essere il punto di riferimento a livello internazionale.
D.
– Quali sono i Paesi che spendono di più in armamenti, si può stilare una classifica?
R.
– Sì, purtroppo si può. Dobbiamo rilevare che il 45 per cento sono ascrivibili agli
Stati Uniti e che non solamente in relazione alle operazioni militari in Afghanistan
e in Iraq hanno aumentato questa spesa, ma in generale hanno aumentato enormemente
le loro spese, e addirittura oggi si può dire che la spesa militare di Washington
è la maggiore spesa dai tempi della II Guerra Mondiale. Poi, segue la Gran Bretagna,
con circa 60 miliardi di dollari, seguita poi dalla Cina, che ha conquistato il terzo
posto, seguita poi a sua volta dalla Francia, dal Giappone, dalla Germania e dalla
Russia. In particolare, vorrei sottolineare che sia per la Cina che per la Russia
lo stesso SIPRI avvisa che i dati a disposizione possono essere sottostimati, proprio
perchè i budget ufficiali presentati non sono poi completamente attendibili.
D.
– E c’è un altro dato su cui riflettere: le spese militari del 2007 corrispondono
a 202 dollari americani per ogni abitante del pianeta, il 2,5 per cento del prodotto
interno lordo di tutti i Paesi messi insieme. Come commentare questo dato?
R.
– E’ un dato estremamente preoccupante, perchè vuol dire che c’è in realtà un impegno
notevole che ogni cittadino del nostro pianeta si trova a doversi accollare, volente
o nolente. Addirittura la stessa Italia è arrivata ad avere una spesa militare pro
capite, per quello che riguarda il nostro bilancio, di 568 dollari all’anno. Quindi,
i dati se poi li andiamo a scorporare da una statistica mondiale, li andiamo a portare
sui singoli Paesi, vediamo che queste cifre sono estremamente pesanti, estremamente
significative. Se poi invece le confrontiamo a quelle che i governi pensano di riservare
alle spese per gli aiuti allo sviluppo, per la cooperazione e quant’altro, purtroppo
assistiamo a dei paragoni impressionanti e si parla di meno del 10 per cento delle
spese militari mondiali dell’equivalente, destinato a questi programmi.