2008-06-17 14:42:03

I vescovi del Pakistan in visita ad Limina: la testimonianza dell’arcivescovo di Karachi, Evarist Pinto, sulla realtà della Chiesa pakistana


E’ in corso in questi giorni la visita ad Limina dei vescovi del Pakistan. Ieri, Benedetto XVI ha ricevuto un primo gruppo di presuli del Paese asiatico, che conta uan larghissima maggioranza musulmana. Il 97 per cento dei 167 milioni di pakistani è, infatti, di fede islamica. I cristiani rappresentano il 2,5 per cento della popolazione. I cattolici sono poco più di un milione. Per un profilo della Chiesa del Pakistan, il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

“La missione della Chiesa va avanti fra difficoltà di ogni genere”, ma “facciamo del nostro meglio e non ci scoraggiamo”: a sottolinearlo - all’agenzia Fides - è mons. Lawrence Saldanha, arcivescovo di Lahore e presidente dell’episcopato pakistano. Formalmente, la Costituzione della Repubblica islamica del Pakistan salvaguarda i diritti delle minoranze religiose. Tuttavia, i cattolici, in più occasioni, sono stati vittime di episodi di intolleranza, legati alla “legge sulla blasfemia” che punisce chi diffama il Corano con il carcere a vita. Non mancano però aree del Paese in cui i rapporti tra cristiani e musulmani sono improntati ad uno spirito di rispetto e collaborazione. Divisi in sette circoscrizioni ecclesiastiche, i fedeli del Pakistan sono affidati alle cure pastorali di 270 sacerdoti. Alla loro opera contribuiscono 169 religiosi e 753 religiose. Particolarmente importante è il ruolo dei catechisti laici. La Chiesa pakistana è molto impegnata nel campo sociale e sanitario, soprattutto attraverso le sue 560 istituzioni educative e i 128 tra ospedali, dispensari e case per anziani. Al microfono di Alberto Goroni, l’arcivescovo di Karachi, mons. Evarist Pinto, si sofferma sull’importanza di questa visita ad Limina:

 
R. - Here we meet also the Congregation...
In questi giorni, visiteremo anche le Congregazioni, oltre che il Papa. Dopo questo incontro, potremo andare ad annunciare il Vangelo rafforzati nel predicare a tutti la Buona Novella.

 
D. - Quanto è importante il dialogo con le altre confessioni, per trovare un cammino di pace comune?

 
R. - Because the Church does not exist for ourselves…
La Chiesa non esiste solo per noi, noi viviamo tra cristiani e fedeli di altre confessioni. C’è anche il dialogo quotidiano tra la gente comune, che si ritrova insieme. Molto spesso i problemi sono comuni e noi aiutiamo la Chiesa a realizzare quello che è un obiettivo comune.

 
D. - La povertà è una piaga del mondo. In che modo la Chiesa cattolica si interessa ai poveri, ai bisognosi nel vostro Paese?

 
R. - The Church is always concerned...
La Chiesa è sempre preoccupata per i poveri. Anche durante il nostro primo incontro, il cardinale Ivan Dias ci ha detto di vivere come poveri tra i poveri. Dobbiamo fare un cammino verso l’educazione e lo sviluppo, così che i poveri possano uscire dalla povertà.

 
D. - Il Papa ha grande cura per la famiglia cristiana. Quale attenzione rivolgete in Pakistan per la famiglia?

 
R. - Family remains the unit of the Church...
La famiglia rappresenta l’unità della Chiesa: se la famiglia è forte anche la Chiesa sarà forte. Sappiamo che c’è una grande influenza del secolarismo, specialmente nelle grandi città. Dobbiamo costruire la fede e mostrare il volto di Cristo, che possa edificare le nostre comunità, le nostre famiglie.







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