Verso il Sinodo sulla Parola di Dio: la riflessione di un biblista
E’ stato presentato ieri, presso la Sala Stampa della Santa Sede, l’Instrumentum Laboris
della 12.ma Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi che si terrà in Vaticano
dal 5 al 26 ottobre sul tema: “La Parola di Dio nella vita e nella missione della
Chiesa”. Nel suo intervento, l’arcivescovo Nikola Eterović, segretario generale del
Sinodo dei Vescovi, ha sottolineato che la riflessione sinodale dovrebbe favorire
la conoscenza e l’amore della Parola di Dio. La Bibbia – ha ricordato – è il libro
più diffuso nel mondo, è tradotto in circa 2.500 lingue, ma è poco letto e non sempre
ben compreso. Sugli scopi del Sinodo ascoltiamo don Giorgio Zevini, biblista,
decano-preside della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Salesiana di
Roma, intervistato da Fabio Colagrande: R. – Credo che il grande scopo
di questo Sinodo dovrà essere certamente a livello pastorale, così come sono stati
in fondo anche gli altri Sinodi, ma anche missionario, cercando di dare le grandi
linee a tutta la Chiesa per il rinnovamento e per l’evangelizzazione. Direi ancora
di più che oggi c’è una richiesta da parte di ogni comunità della Chiesa di una pastorale
biblica, cioè di una pastorale continuamente animata dalla Scrittura. Io penso che
i grandi obiettivi che questo Sinodo potrà mettere in evidenza sono proprio questi
e, quindi, di riconoscere il senso corretto di questa pastorale biblica nella vita
e nella missione della Chiesa, quella di conseguire anche una visione di insieme sul
senso dell’espressione “Parola di Dio”, chiarendo così anche cosa si intende per “Parola
di Dio”, per “Bibbia”, per “Sacra Scrittura”. Ma avvertire anche la portata del linguaggio
attuale della comunicazione sulla Bibbia: un grande tema, questo, e di grande interesse.
E cercando di individuare quelle che sono state le iniziative maggiori di incontro
con la Bibbia a livello di Popolo di Dio, che sono maturate in questi 40 anni, dal
Concilio Vaticano II, e cercando di guardare avanti. Quindi, in conclusione riportare
l’attenzione sulla Costituzione dogmatica Dei Verbum del Concilio Vaticano II, che
è un’autentica mappa di riferimento sulla Parola di Dio per la vita della Chiesa e
di ogni credente.
D. – Don Zevini, mons. Eterović ha ricordato che la Bibbia
è il libro più tradotto e diffuso nel mondo, ma purtroppo non è molto letto…
R.
– Certo, c’è ancora molto da fare. I dati sottolineano questa carenza, questa situazione
che a volte in certe aeree può essere anche drammatica. Sottolineerei, però, anche
questo aspetto positivo: si vedono oggi tanti gruppi, soprattutto di giovani, che
sono aperti e sensibili al discorso della Parola di Dio. Si tratta ora di portare
avanti questo discorso e, quindi, ben venga questo Sinodo promosso dal Papa proprio
per dire che la nuova evangelizzazione deve poggiare sulla figura di Cristo e Cristo
noi lo conosciamo prevalentemente attraverso la Parola di Dio, perchè in fondo la
Parola non è qualcosa, ma è Qualcuno! E’ l’incontro con una Persona, è la strada privilegiata
– insieme all’Eucaristia – per fare esperienza di Dio e del Signore.
D. –
Dall’Instrumentum Laboris si deduce che è necessario anche riscoprire il nesso tra
Parola di Dio e Liturgia...
R. – La Liturgia deve diventare sempre di più il
luogo dove la Parola della Scrittura - potremmo quasi dire - risuscita, riprende vita,
si compie ancora una volta. E’ bene, quindi, mettere in luce come nella Liturgia la
narrazione biblica diventa attuale evento di salvezza e trova nel mistero pasquale
il suo principio generatore, la sua attualità salvifica. All’interno della Liturgia,
oltre la Liturgia della Parola, un posto fondamentale è occupato dall’omelia. Oggi,
purtroppo, c’è una parte di questa omelia che forse non raggiungere il cuore dei nostri
fedeli. E questo perchè a volte l’omelia non è fondata veramente sul senso biblico,
non si coglie dai testi sacri quella che è l’interpretazione veramente teologico-spirituale
che la Parola di Dio può offrire per la vita del credente. Su questo, quindi, ci sarà
certamente un cammino da fare anche di rieducazione a livello di seminari. Direi che
proprio in questo la Liturgia deve essere sempre maggiormente realizzata, tenendo
presente quelle affermazioni che diceva il Concilio Vaticano II attraverso la Dei
Verbum: grazie alla Liturgia, la Bibbia è tornata ad essere tra le mani del Popolo
di Dio e, quindi, oggetto di meditazione e di preghiera.