2008-06-12 15:43:34

I vescovi del Cile: non sia snaturata la riforma del sistema educativo


“Doloroso e fonte di preoccupazione” definiscono i vescovi cileni in una dichiarazione della Conferenza episcopale “il rischio di scomparsa” degli accordi raggiunti l’anno scorso tra il governo e i più importanti settori politici e sociali del Paese per definire le linee fondamentali del Progetto di legge sulla riforma generale del sistema educativo. Tempo fa, spiegano i presuli “abbiamo celebrato l’accordo politico sull’educazione - frutto del lavoro di diversi settori”, sociali, tecnici, religiosi - “storico” non solo per avviare un vero progetto di riforma, condiviso e profondo, ma anche in linea “con l’unità della quale il Paese ha bisogno. In questo momento così decisivo per il nostro sviluppo, vogliamo lanciare un appello affinché tutti sappiano dare importanza all’accordo raggiunto” dando un rilevante contributo alla “costruzione di ponti per il dialogo” che garantiscano “ai figli e alle figlie di questa terra, in particolare ai più emarginati e poveri, un’educazione di qualità”, sottolineano i vescovi cileni. Poi ribadiscono il “bisogno di cambiamenti legislativi e strutturali profondi”. Nel ricordare ai principali attori politici del Paese, forze determinanti nel Parlamento, la necessità di non deludere l’opinione pubblica, i presuli ribadiscono la “visione trascendente dell’educazione” al cui centro deve essere collocato sempre “lo studente, in quanto centro di un processo che serve a raggiungere una migliore qualità della vita” e che al tempo stesso porta al superamento della povertà nonché il benessere di tutti. La finalità essenziale di ogni processo educativo è quella di far crescere in ognuno la propria umanità”, sottolineano i vescovi i quali ricordano che un’educazione genuina focalizza nella persona “la produzione di cultura necessaria per costruire e trasformare la società”. I vescovi inoltre richiamano l’attenzione di tutti sul fatto che l’educazione, sia quella statale sia quella privata, è un bene pubblico che il Paese, i suoi diversi settori sociali e le autorità, devono difendere e far crescere costantemente. In conclusione la Conferenza episcopale si rivolge direttamente ai “costruttori della società”, in particolare ai parlamentari, affinché il lavoro iniziato faticosamente un anno fa non si fermi e sia snaturato. Anzi, ora più che mai occorre - secondo i presuli - “la collaborazione di tutti per il bene del Paese. Solo nel prosieguo delle discussioni e della ricerca del consenso sarà possibile, a giudizio dei vescovi, perfezionare altri accordi, trovando soluzione per problemi fondamentali come una maggiore equità, condizioni di vita migliore per i professori e meccanismi per garantire al sistema un'adeguata modernizzazione. (L.B.)







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