Testimoniare Dio prima che con le parole con il modo di vivere, anche negli ambienti
più lontani dalla fede: così il Papa ai futuri diplomatici della Santa Sede
Benedetto XVI invita i futuri diplomatici a servizio della Santa Sede a testimoniare
in ogni situazione e luogo la presenza di un Dio che comprende e sa parlare all’uomo,
anche in contesti molto lontani dalla fede cristiana. In udienza stamane dal Papa
la comunità della Pontificia Accademia Ecclesiastica. Il servizio di Roberta Gisotti.
Sono
stati accolti nella Sala dei Papi i sacerdoti, una trentina, che stanno formandosi
nella Pontificia Accademia Ecclesiastica per entrare nel Corpo diplomatico della Santa
Sede, presso le nunziature o la Segretaria di Stato. Un ministero apostolico che
“domanda competenze che non si possono improvvisare”, ha premesso Benedetto XVI: “Nel
vostro quotidiano lavoro verrete a contatto con realtà ecclesiali da comprendere e
sostenere; vivrete spesso lontano dalla vostra terra di origine in Paesi che imparerete
a conoscere e ad amare; dovrete accostare il mondo della diplomazia bilaterale e multilaterale,
ed essere pronti ad offrire non solo l’apporto della vostra esperienza diplomatica,
ma anche, e soprattutto, la vostra testimonianza sacerdotale”. Ma non
basta – ha sottolineato il Papa – “la necessaria e doverosa preparazione giuridica,
teologica e diplomatica” per suscitare in voi “una accogliente premura pastorale verso
tutti"; “quel che più conta – ha detto – è che improntiate la vostra vita e la vostra
attività ad un amore fedele a Cristo”: “Qualsiasi lavoro
svolgerete nella Chiesa, preoccupatevi di essere sempre veri suoi amici, amici fedeli
che lo hanno incontrato e hanno imparato ad amarlo al di sopra di ogni altra cosa”. Solo
la comunione con Gesù può infatti assicurare “la serenità e la pace anche nei momenti
più complessi e difficili”: “Immersa nel vortice di una attività
frenetica, l’umanità corre spesso il pericolo di smarrire il senso dell’esistenza,
mentre una certa cultura contemporanea pone in dubbio ogni valore assoluto, e persino
la possibilità di conoscere la verità e il bene”. Dunque
“ancor prima che con le vostre parole” – ha raccomandato Benedetto XVI ai sacerdoti
futuri diplomatici – proclamate il “Vangelo dell’amore” “con il vostro modo di vivere”,
“in ambienti talora molto lontani dall’esperienza cristiana”: “Annunciate
la Verità che è Cristo. La preghiera, la meditazione e l’ascolto della Parola di Dio
siano per voi pane quotidiano”.