Si è concluso ieri a Pompei l’XI Convegno nazionale degli Sposi Cristiani
Una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dall’arcivescovo-prelato e Delegato
Pontificio di Pompei, mons. Carlo Liberati, ha concluso, ieri, domenica 8 giugno,
nel santuario di Pompei, l’XI Convegno nazionale degli Sposi Cristiani, promosso dall’Ufficio
per la pastorale della famiglia, diretto da Don Giuseppe Lungarini. L’iniziativa,
svoltasi quest’anno in tre giorni, ha visto la partecipazione di numerose coppie di
sposi, per la maggior parte giovani, anche se non mancavano coniugi con 30, 40 o 50
anni di vita insieme. Per i circa 25 bambini è stata prevista un’apposita animazione.
Venerdì 6 giugno, nel pomeriggio, dopo l’accoglienza da parte del complesso bandistico
“Bartolo Longo-Città di Pompei” e la celebrazione dei Vespri, l’inizio dei lavori,
con Mons. Liberati che ha invitato le coppie a riflettere sull’attuale fragilità della
famiglia e sulle cause (antropologiche, sociali, psicologiche) che creano un forte
contrasto tra il desiderio di fondersi in uno e l’irrefrenabile desiderio di auto-affermarsi
che conducono a litigi e separazioni. La caduta delle grandi questioni filosofiche
ha portato ad una sorta di polverizzazione del pensiero che non è più in grado di
riconoscere ed interpretare il tempo in cui si vive. Altra nota dolente evidenziata
da mons. Liberati, la mercificazione del corpo e la riduzione della sessualità (intesa
in origine come dono sponsale tra marito e moglie) a mero godimento personale. Citando
sant’Alfonso, l’arcivescovo ha invitato le famiglie a pregare di più perché, come
diceva il Santo “Chi prega, si salva!”. Espressione molto simile a quella del Beato
Bartolo Longo, fondatore di Pompei: “La famiglia che prega, resta unita!”. Sempre
Mons. Carlo Liberati, nell’omelia della Santa Messa che ha concluso i tre giorni di
convegno, ha commentato il Vangelo che parlava della chiamata di Matteo, esattore
delle tasse, ricordando che Gesù è il Messia misericordioso venuto alla ricerca di
tutti i peccatori per poter offrire loro la salvezza di Dio. Ha, poi, tratteggiato
la figura di Maria, donna dell’empatia: da Lei escono poche, ma significative parole.
Maria sa mettersi in sintonia con l’altro, stare-con, senza sprecare parole, atteggiamento
che tutti i cristiani dovrebbero imitare. (A cura di Giovanni Peduto)