2008-06-07 15:26:46

Le religiose di tutto il mondo lanciano un appello ai capi di Stato a contrastare la tratta di esseri umani


“Uno dei problemi più urgenti del nostro tempo”. Così l’Unione internazionale delle superiore generali (UISG) e l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM), definiscono la tratta di esseri umani nel documento redatto ieri a termine del Congresso di Roma dedicato a questo tema. Pressante l’appello dei religiosi ai capi di Stato e di governo, alle organizzazioni internazionali, a tutti gli uomini di buona volontà per un impegno globale contro una piaga sociale che rappresenta “una vergogna per tutta l'umanità”. Fin dal 2004, informa l'agenzia Zenit, l'UISG e l'OIM realizzano corsi di formazione rivolti a religiose in tutto il mondo per contrastare la tratta e in questi giorni hanno denunciato la carenza di politiche statali efficaci su questo fronte. “Ogni stretta repressiva contro l'emigrazione – hanno poi sottolineto con forza i religiosi – non fa altro che dare nuova linfa al traffico illegale”, perché “la tratta è uno degli effetti della globalizzazione della povertà e della fame, contro cui i governi intraprendono solo una lotta a parole”. Occorrono, invece, prevenzione, messa in rete delle esperienze e più iniziative comuni di sensibilizzazione a livello di opinione pubblica. E naturalmente “una solida volontà di promuovere l'intrinseco valore di ogni essere umano”. A tal fine l’UISG si è riproposto di intensificare la collaborazione con le Congregazioni maschili che, come ha dichiarato padre Pietro Trabucco, Segretario generale della Unione superiori generali (USG), “possono fare molto per contrastare la mercificazione e lo sfruttamento della sessualità da parte degli uomini”. Tra i relatori anche l'ambasciatrice statunitense presso la Santa Sede, Mary Ann Glendon che, dopo aver auspicato maggiori finanziamenti per i programmi di tutela a favore delle vittime, ha espresso apprezzamento per il programma pilota messo a punto dall'Oim, promotrice della formazione, in quattro anni, di oltre 400 suore in 22 Paesi, e prossima a dedicarsi ora al coinvolgimento del clero maschile. (S.G.)







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