2008-06-07 08:40:01

Il Movimento lavoratori di Azione Cattolica dice no al reato d'immigrazione clandestina


"Se l'immigrazione è necessaria al nostro Paese, non possiamo non ripartire dal basso, coinvolgendo tutte le agenzie educative del territorio e favorendo la promozione e la crescita di una cultura dell'integrazione e dell'intercultura". Ne è convinto – riferisce il SIR - Cristiano Nervegna, segretario del Movimento lavoratori di Azione cattolica (MLAC), commentando il "pacchetto sicurezza" adottato dal Consiglio dei ministri lo scorso 21 maggio e di cui ora si attende il passaggio parlamentare. "L'emergenza immigrazione – osserva Nervegna – appare soprattutto come un disagio della società italiana, con una forte crisi d'identità e valori che fa scaturire paure sempre nuove": in questo contesto è fondamentale "non inasprire ulteriormente il clima di sfiducia reciproca", bensì "cercare soluzioni concrete e plausibili, coinvolgendo tutte le realtà operanti sui territori e i soggetti sociali impegnati nella lotta alla marginalità, promuovendo progetti d'inclusione sociale e integrazione culturale". Riguardo alle misure governative, il segretario del MLAC osserva innanzitutto come "l'ipotesi di prevedere il reato di immigrazione clandestina" sia "una misura sproporzionata, che non risolve la spinta migratoria ed accresce altri problemi di natura giudiziaria e carceraria". In secondo luogo Nervegna giudica "economicamente dispendioso" il prolungamento fino a 18 mesi del "trattenimento nei Centri di permanenza temporanea" (ora Centri di identificazione ed espulsione) e contrario " alle finalità dei Centri stessi". Vi è poi l'ipotesi di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, con una pena da 6 mesi a tre anni, per chi affitta un immobile a uno straniero irregolare. A tal riguardo, il segretario del MLAC sottolinea come si tratti di "una misura che non contrasta il fenomeno del mercato nero degli affitti, tentando di punire la semplice cessione a titolo oneroso, senza verificarne l'eventuale sproporzione rispetto al mercato e senza decretare concretamente le ipotesi di ricaduta nel reato". Ad esempio, "uno straniero potrebbe avere una casa in affitto perché regolare", ma se perde il permesso di soggiorno a ricadere nel reato sarebbe automaticamente anche l'affittuario. È "un errore" pure la revisione, in senso restrittivo, dell'istituto del ricongiungimento familiare, "perché illegittima rispetto a una direttiva europea", ma soprattutto "perché la famiglia costituisce il nucleo fondamentale e primario di ogni società". Infine, "il rafforzamento dei rapporti internazionali con i Paesi d'origine – conclude – potrebbe dare risultati migliori rispetto al controllo dei confini marittimi".







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