I fedeli di Torino rafforzati e incoraggiati dall’incontro con il Papa: così, il cardinale
Poletto dopo il pellegrinaggio a Roma, in cui è stata annunciata l’Ostensione della
Sindone nel 2010
I fedeli di Torino hanno accolto con gioia l’annuncio del Papa di un nuova “Ostensione
della Sindone” nella primavera del 2010. Un annuncio che lunedì scorso ha suggellato
il pellegrinaggio a Roma di 7 mila fedeli della diocesi torinese. A loro Benedetto
XVI ha chiesto di proclamare il Vangelo senza paura, affrontando le sfide della modernità.
Intervistato da Alessandro Gisotti, il cardinale arcivescovo di Torino, Severino
Poletto, che sta concludendo in questi giorni la sua visita pastorale alla diocesi,
si sofferma sull’importanza del pellegrinaggio a Roma:
R.
– Questo pellegrinaggio a Roma ha avuto un grandissimo successo, perché mai nella
storia della nostra diocesi un pellegrinaggio si è realizzato con la partecipazione
di settemila persone. Il motivo di questo pellegrinaggio a Roma è che noi quest’anno
abbiamo vissuto tutto l’anno sotto il tema della “redditio fidei”, espressione latina
che vuol dire letteralmente restituzione della fede, ma professione della fede davanti
alla comunità cristiana, davanti alla società civile. Qual è il motivo per cui abbiamo
fatto un anno intero di “redditio”? Perché la nostra diocesi nel decennio passato
si è impegnata molto a fare quattro grandi missioni diocesane. Dopo le missioni diocesane
introdotte da un anno della spiritualità, intercalate da un anno dedicato all’Eucaristia,
era doveroso vivere la “redditio”, cioè la restituzione: “ho ricevuto l’annuncio e
adesso professo la mia fede”. L’incontro aveva questo significato, che il Papa ci
incoraggiasse nel cammino fatto e ci spronasse ad avere il coraggio di testimoniare
la nostra fede. Noi siamo venuti da Benedetto XVI per ricevere una conferma della
nostra fede cattolica.
D. – E questo incontro con
Benedetto XVI è stato in qualche modo suggellato da due annunci, se vogliamo, ovvero
l’annuncio dell’Ostensione della Sindone nella primavera del 2010 a Torino e il Papa
ha anche manifestato il suo desiderio di esserci a Torino in quella occasione...
R.
– Sì, non ci poteva essere soddisfazione in me e nei miei fedeli più grande del sentire
che il Papa, non solo ci concedeva l’Ostensione tanto desiderata, e forse anche mai
attesa, ma l’idea che venisse a Torino ci ha veramente galvanizzati. Quindi, speriamo
che veramente questo si realizzi.
D. – Quali sono
oggi i temi, gli aspetti che più stanno a cuore alla Chiesa che è in Torino e soprattutto
al suo pastore?
R. – Noi il prossimo anno ci dedicheremo
alla Parola di Dio, al Sinodo sulla Parola. I vescovi italiani, poi, hanno completato
e riconsegnano ai fedeli la nuova traduzione in italiano della Bibbia. L’anno dopo
ci dedicheremo alla “Passio Christi, Passio Hominis”, che sarà il tema dell’Ostensione,
quindi sul tema della sofferenza umana, rapportata alla sofferenza di Cristo. Punti
nodali che noi oggi abbiamo nella pastorale: famiglie che franano, giovani disorientati,
vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa in scarsità e quindi in crisi, in difficoltà
numerica. Bisogna allora che noi riscopriamo la fonte della fede che è la Parola di
Dio e poi la figura di Cristo, che deve diventare centrale per ogni uomo che sia alla
ricerca della verità, del bene, della felicità, dell’amore, di una vita umana degna
di essere vissuta.