Concluso a Fiuggi l'incontro di Fraternità del Rinnovamento nello Spirito Santo: intervista
con Salvatore Martinez
Si è concluso ieri a Fiuggi, nel Lazio, il X Incontro di Fraternità del Rinnovamento
nello Spirito Santo che conta in Italia oltre 20 mila aderenti raggruppati in più
di 1900 gruppi e comunità. Quattro giorni di riflessioni sul tema: “Il Vangelo si
è diffuso con potenza e con Spirito Santo e con profonda convinzione”. Per un bilancio
dell’incontro Sergio Centofanti ha sentito il presidente nazionale del Rinnovamento,
Salvatore Martinez:
R. –
Questo Incontro di Fraternità testimonia in modo sensibile che ci sono larghi spazi
per potere riaffermare quel binomio fondamentale che sembra sempre più lacerato, e
cioè umanesimo e cristianesimo. E’ possibile ricreare questa sintesi con maggiore
fiducia nel pensiero e nell’attualità del Vangelo, e c’è grande bisogno di far capire
che il Vangelo è la più grande fonte di umanizzazione in questo nostro tempo. Fraternità,
per noi significa far sentire non la prossimità che questo mondo globalizzato sotto
gli effetti, gli impeti della tecnologia e della scienza, vorrebbe regalarci come
la soluzione ai grandi mali dell’umanità. Noi vediamo che la gente soffre sempre più
la solitudine, folle di solitudini sembra partorire questa modernità. C’è il grande
messaggio e la grande prossimità e la grande amicizia che ci viene da Gesù Cristo,
dalla Persona di Gesù Cristo, dalla Parola di Gesù Cristo che noi riteniamo essere
la soluzione a tutti i mali del nostro tempo. Per cui, pensiamo di lanciare ancor
più iniziative mirate agli ospedali, ai carcerati, iniziative legate a chi vive non
soltanto la solitudine ma in modo particolare la sofferenza umana. Allora, fraternità
significa per noi aprire le porte del Cenacolo, aprire le realtà dei nostri gurppi
per far sentire questa bellezza di essere cristiani.
D.
– L’incontro si è svolto sul tema: “Il Vangelo si è diffuso con potenza e con Spirito
Santo e con profonda convinzione”. Spesso noi cristiani manchiamo di convinzione,
perché non abbiamo fatto esperienza dello Spirito?
R.
– Ritengo di sì: la difficoltà è passare dall’implicito all’esplicito, perché sappiamo
che è presente lo Spirito Santo, ma non sempre riusciamo a vedere come sia operante.
Certamente, nessun piano e nessuna programmazione, nessuno schema catechetico potranno
mai sostituire il valore determinante, dinamico dello Spirito Santo. La preghiera
lo rende presente. Una fede umile, arresa, abbandonata lo rende anche operante. La
comunità cristiana, che a Lui si consegna e che attraverso questo stile di vita spirituale
ne mantiene alta, ferma e convinta l’attualità, la presenza, può poi godere di tutti
quegli effetti che sono i segni, i miracoli, i carismi che lo Spirito continua ad
elargire. Credo che stiamo vivendo un secolo, quello che è iniziato, straordinariamente
bisognoso dello Spirito Santo. Non c’è dubbio che la crisi morale, economica, spirituale
di questo nostro tempo trova le più compiute ed efficaci risposte in un ritorno allo
Spirito Santo. Direi: meno organizzazione e più Spirito Santo, meno certezza umana
e più spazio alle profezie e alle novità che vengono dallo Spirito Santo.