I vescovi della Malaysia in Vaticano per la visita ad Limina
Il Papa ha ricevuto stamane il primo gruppo dei presuli della Conferenza episcopale
della Malaysia, in visita "ad Limina Apostolorum". Del Paese ci parla nel servizio
Fausta Speranza.
Lo Stato
della Malaysia conta circa 26 milioni di abitanti, secondo una stima del 2006. E’
una federazione di monarchie costituzionali: 13 Stati, 9 monarchie e 4 territori retti
da un governatore. Dopo le dominazioni portoghese, olandese e britannica, la Malaysia
peninsulare si è resa indipendente il 31 agosto 1957. Lo Stato comprende l’estremità
meridionale della penisola della Malacca e i territori che occupano la parte settentrionale
dell’isola del Borneo, ad eccezione delle due aree dello Stato del Brunei. Dal 2002
la Corte di Giustizia dell’Aja ha assegnato alla Malaysia le due isole di Sipadan
e Ligitan, al largo di Sabah. Oggi la Malaysia è al 61° posto nella classifica dei
Paesi secondo l’indice di sviluppo umano. E’ membro di APEC, ASEAN, ONU e WTO. La
capitale è Kuala Lumpur, la sede del governo è a Putrajaya. Lingua ufficiale è il
malese ma si parla anche cinese e inglese. Circa il 60% della popolazione è musulmana,
c’è poi un 20% di buddisti e un 10% circa di cristiani, tra cui i cattolici sono il
3,2%. Per quanto riguarda la Chiesa, i primi missionari sono arrivati in Malaysia
nel 1511. Oggi i vescovi di Malaysia, Singapore e Brunei sono riuniti in un’unica
Conferenza episcopale.
L’ultima visita ad Limina
dei vescovi di Malaysia si è svolta nel 2001. In quell’occasione, nel suo discorso
Giovanni Paolo II ricordava “i doni meravigliosi” che i fedeli di Malaysia recano
alla Chiesa, che nell’unica comunione non sente distanza con chi viene da lontano.
Giovanni Paolo II poi sottolineava molto l’importanza della “formazione cristiana
permanente, cardine di una salda vita cristiana”. Ribadiva l’importanza dei tre ambiti
in cui si esprime: “Famiglia, scuola, parrocchia”, chiedendo il rispetto di queste
istituzioni “di fatto durevoli e valide”. In particolare, della famiglia diceva che
famiglia e matrimonio “non sono istituzioni che possono cambiare con tendenze passeggere
oppure in base alla decisione della maggioranza”. “Bisognerebbe fare ogni sforzo –
aggiungeva Giovanni Paolo II – per garantire che la famiglia venga riconosciuta quale
edificio primordiale di una nazione veramente sana e spiritualmente vigorosa”.