Corea del Sud: in espansione il Movimento delle Piccole comunità cristiane
Una realtà in lenta espansione ma non ancora pienamente radicata nelle parrocchie
sud-coreane. È il Movimento delle Piccole comunità cristiane (PCC) che quest’anno
compie 16 anni di vita. Introdotte nell’arcidiocesi di Seoul nel 1992, per promuovere
anche in Corea una Chiesa più aperta al contributo dei laici in linea con lo spirito
del Concilio Vaticano II, le PCC sono oggi presenti in tutte le 15 diocesi del Paese.
Circa 200 sacerdoti, religiosi e responsabili laici delle PCC coreane si sono incontrati
nei giorni scorsi a Daejeon per fare il consueto bilancio annuale sulla situazione
del movimento ed esaminare le sue prospettive future. Un bilancio fatto di luci e
ombre, come è emerso dai vari interventi al simposio, organizzato in collaborazione
con la Commissione per le Comunità ecclesiali di base della Conferenza episcopale
sud-coreana (CBCK). Anche se è cresciuto in questo decennio, il movimento continua
a non ricevere sufficienti attenzioni nelle parrocchie. L’idea alla base delle PCC,
ossia il coinvolgimento organico dei fedeli laici nelle attività della Chiesa per
dare nuovo impulso alla sua missione evangelizzatrice, non è stata infatti pienamente
recepita in tutti gli ambienti ecclesiali. Per questo, è stato sottolineato, è importante
coinvolgere di più i parroci e in questo senso sarebbe utile una loro permanenza più
lunga nelle parrocchie. I partecipanti hanno inoltre convenuto sulla necessità di
migliorare la formazione dei responsabili e dei fedeli laici perché le PCC non si
riducano a un’esperienza effimera e superficiale, ma siano una reale esperienza di
condivisione, diventando protagoniste di un’evangelizzazione integrale. (L.Z.)