Consegnato il Premio Dossetti 2008 a mons. Colavero, ambasciatore di pace tra Italia
e Albania
“Un ambasciatore di pace tra Italia e Albania”. È stato definito così mons. Giuseppe
Colavero, fondatore e presidente dell’associazione AGIMI, Centro albanese in terra
d’Otranto, fondato 17 anni fa. Il religioso ha ricevuto sabato scorso il “Premio per
la pace Giuseppe Dossetti 2008”. Virginia Volpe lo ha intervistato:
R. –
In verità lo ritengo assegnato all’associazione AGIMI. La giuria del premio ha voluto
segnalare la mia persona ma, attraverso la mia persona, principalmente uno dei progetti
che l’associazione AGIMI realizza ormai da 12 anni.
D.
– Sta parlando del progetto “Ilir Albania”, per i bambini ciechi di Valona: mi spiega
di cosa si tratta?
R. - Noi abbiamo fatto la scelta
“degli ultimi”: tra gli ultimi avevamo individuato, in un primo momento, i bambini
degli orfanotrofi e poi anche i malati psichiatrici. Successivamente però abbiamo
fatto attenzione ai bambini non vedenti e ipovedenti. Abbiamo aperto non tanto una
scuola – perché non ci sembrava opportuno - ma dei centri per l’alfabetizzazione Braille,
per l’autonomizzazione, la socializzazione e poi sognavamo un’integrazione scolastica
di questi bambini. Dopo i primi 3-4 anni, abbiamo lavorato molto con i direttori delle
scuole dell’obbligo ed i nostri bambini sono stati accettati dalle scuole “normali”,
sostenuti chiaramente da insegnanti che noi abbiamo preparato in Italia e poi finanziamo
con il nostro progetto in Albania.
D. – Questo è
proprio stato il progetto premiato con il “Premio per la Pace Don Giuseppe Dossetti”.
In che modo questo progetto si configura come premio per la pace?
R.
– La pace passa certamente attraverso la cooperazione tra i popoli. Inoltre i bambini
sono per la maggior parte musulmani, qualcuno ortodosso e abbiamo avuto solo uno o
due cattolici e credo che proprio il dialogo tra le religioni – secondo il grande
insegnamento di Giovanni Paolo II – è una delle dimensioni fondamentali per costruire
la pace nel mondo. Riteniamo poi di aver dato un piccolo contributo per la costruzione
della pace, direttamente in Albania, professionalizzando il personale che è tutto
albanese. La pace si costruisce creando spazi di dialogo, certamente, ma anche creando
spazi di prese di coscienza e di crescita culturale dei popoli.