2008-06-01 10:59:38

Il Magnificat di Maria è la più vera interpretazione della storia: così il Papa ieri sera, a conclusione del Mese mariano in Piazza San Pietro


La grandezza semplice e sublime di Maria, il suo cuore limpido, la sua fede senza ombre e senza incrinature: sono le caratteristiche della Beata Vergine ricordate ieri sera dal Papa, durante la celebrazione per la conclusione del Mese mariano. Quest’anno, il rito si è svolto per la prima volta in Piazza San Pietro, affollata di fedeli che hanno recitato il Santo Rosario, mentre la statua della Madonna veniva portata in processione lungo il colonnato. Il servizio di Isabella Piro:RealAudioMP3

(canto: Mira il tuo popolo)

 
Le fiaccole dei fedeli sfiorate dal vento e la cupola di San Pietro, sullo sfondo, ad illuminare il cuore di tutti: è stato un Rosario suggestivo quello che ha concluso il mese mariano ieri sera, giorno in cui, ha ricordato il Papa, si celebrava la festa della Visitazione della Beata Vergine e la memoria del Cuore Immacolato di Maria. Ricorrenze, ha sottolineato Benedetto XVI, che ci invitano a volgere con fiducia lo sguardo e le preghiere alla Madre di Dio:

 
"Il Rosario, quando non è meccanica ripetizione di formule tradizionali, è una meditazione biblica che ci fa ripercorrere gli eventi della vita del Signore in compagnia della Beata Vergine, conservandoli, come Lei, nel nostro cuore".

 
Poi, la riflessione del Papa si è spostata sul Vangelo di Luca, che racconta la visita di Maria all’anziana cugina Elisabetta, in avanzato stato di gravidanza. Un gesto che rivela “la grandezza semplice e sublime di Maria”, ha continuato Benedetto XVI, e che fa esclamare alla stessa Elisabetta: “Benedetta tu fra le donne, benedetto il frutto del tuo grembo”. Parole che potrebbero apparire sproporzionate, ha aggiunto il Papa, in un mondo in cui “contano altre persone e pesano altri poteri”, ma a al quale Maria risponde in modo sorprendente, con il Magnificat:

 
"Maria ancora una volta ci stupisce; il suo cuore è limpido, totalmente aperto alla luce di Dio; la sua anima è senza peccato, non appesantita dall’orgoglio e dall’egoismo. Le parole di Elisabetta accendono nel suo spirito un cantico di lode, che è un’autentica e profonda lettura 'teologica' della storia: una lettura che noi dobbiamo continuamente imparare da Colei la cui fede è senza ombre e senza incrinature. 'L’anima mia magnifica il Signore'. Maria riconosce la grandezza di Dio. Questo è il primo indispensabile sentimento della fede; il sentimento che dà sicurezza all’umana creatura e la libera dalla paura, pur in mezzo alle bufere della storia".
 
In questo modo, ha continuato Benedetto XVI, la Vergine “vede” con gli occhi della fede l’opera di Dio nella storia, andando oltre la superficie:

 
"Per questo è Beata, perché ha creduto: per la fede, infatti, ha accolto la Parola del Signore e ha concepito il Verbo incarnato. La sua fede Le ha fatto vedere che i troni dei potenti di questo mondo sono tutti provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica roccia che non muta e non cade. E il suo Magnificat, a distanza di secoli e millenni, resta la più vera e profonda interpretazione della storia, mentre le letture fatte da tanti sapienti di questo mondo sono state smentite dai fatti nel corso dei secoli".
 
Di qui, l’invito finale del Papa ad imitare l’esempio di Maria e a tornare a casa “con il Magnificat nel cuore”:

 
"Portiamo in noi i medesimi sentimenti di lode e di ringraziamento di Maria verso il Signore, la sua fede e la sua speranza, il suo docile abbandono nelle mani della Provvidenza divina. Imitiamo il suo esempio di disponibilità e generosità nel servire i fratelli. Solo, infatti, accogliendo l’amore di Dio e facendo della nostra esistenza un servizio disinteressato e generoso al prossimo, potremo elevare con gioia un canto di lode al Signore".

(canto: Madre Santa)







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