Giunte in Romania le reliquie del Beato Geremia, il frate cappuccino emigrato a Napoli
nel 1500
Oggi a Onesti, in Romania, sono state portate le reliquie di un Beato cappuccino,
il beato Geremia, nato in un villaggio chiamato Tzazo e partito nel 1575 per l’Italia
dove, secondo quanto gli aveva detto sua madre, vivevano dei cristiani santi e dei
monaci esemplari. Arrivato in Italia, rimase tuttavia deluso: non trovò quello che
in realtà pensava di trovare e stava per tornare in patria, quando gli fu consigliato
di recarsi a Napoli. Qui, infatti, la vita cristiana attraversava un momento felice
e Geremia conobbe i cappuccini, entrò nel loro ordine e con loro per 49 anni servì
in ospedale i religiosi infermi. Ben presto si sparse la fama della sua santità nella
città, e molta gente bussava alla porta del convento per raccomandarsi alle sue preghiere.
Per assistere un infermo, che viveva fuori dal convento, si ammalò di pleurite, malattia
che lo uccise. Le virtù che aveva praticato entusiasmarono i religiosi grazie ai quali
fu avviata una causa di beatificazione che per varie vicende, tuttavia, non andò avanti.
Fu ripresa casualmente solo nel 1905, quando un signore romeno trovò su una bancarella
di Roma la vita di Fra Geremia da Valacchia; se ne interessò molto e grazie a lui
la storia del cappuccino giunse all’attenzione dell’accademia romena. Quando si tentò
di riavviare la causa, tuttavia, scoppiò la prima guerra mondiale e solo nel 1926
un sacerdote, padre Iliy Dianu, tornò a parlarne sulle pagine di una rivista romena
e l’articolo fu letto da molta gente, tra cui i vescovi di Bucarest e i nunzi che
lavoravano in Romania. La causa fu, infine, riavviata dopo il ritrovamento della tomba
di Geremia avvenuto grazie a uno studioso romeno. La beatificazione fu proclamata
da Giovanni Paolo II il 30 Ottobre 1983. La Chiesa cattolica in Romania ha chiesto
insistentemente che venissero portate le reliquie di questo beato nella sua terra
d’origine e oggi tutto il Paese è in festa; le reliquie sono arrivate questa mattina
qui, a Onesti, dopo aver percorso circa 4.600 chilometri e verranno ospitate in una
Chiesa già dichiarata dal vescovo santuario diocesano. In questa cittadina, nel cuore
della Moldavia, vivono 51 mila abitanti, dei quali soltanto 6.100 sono cattolici.
(Da Onesti, padre Egidio Picucci)