“Le Chiese e gli altri”: un volume per interrogarsi sui cristiani, le ideologie
e le altre religioni. Intervista con il curatore, il prof. Andrea Riccardi
“Le Chiese e gli altri”: è il titolo di un volume curato dal prof. Andrea Riccardi
edito da “Guerini e Associati”, presentato stamani nella Sala Marconi della nostra
emittente. Il volume raccoglie una serie di contributi di autorevoli studiosi che
si interrogano sulle relazioni tra la Chiesa, le culture, le religioni e le ideologie
nel corso del Novecento. Alessandro Gisotti ha chiesto al prof. Riccardi quale
contributo offre questo volume:
R. –
E’ un tentativo di rintracciare la geografia religiosa del mondo contemporaneo. I
protagonisti del mondo religioso sono vari: c’è la Chiesa cattolica che è il nostro
osservatorio particolare; ci sono le Chiese ortodosse, c’è il mondo protestante e
neo protestante; ma poi ci sono gli altri, gli ebrei, i musulmani, gli induisti, ci
sono le civiltà orientali. Poi ci sono gli altri “non religiosi” e cioè l’idea di
laicità, i socialisti, i comunisti, mondi diversi. Allora in questo volume c’è tutta
una geografia che nel 900 è cambiata. E la Chiesa è arrivata a tutti gli altri nella
sua espansione missionaria.
D. – In queste molteplici
relazioni, c’è una chiave di lettura che emerge, secondo lei, da questa raccolta di
interventi?
R. – Qui non c’è una chiave di lettura
perché questo libro non vuole avere una chiave di lettura forzata. C’è un’indagine
del terreno in cui si scopre come il cattolicesimo approfondisce la sua identità e
si pone in un contatto dialogico di convivenza con le altre realtà, a volte invece
il rapporto è conflittuale.
D. – I cristiani, fin
dall’inizio, sono nel mondo degli altri ma sono, fin dall’inizio, anche “per” gli
altri. Oggi, come si declina questa predisposizione del cristiano ad andare incontro
all’altro che chiama “il prossimo”?
R. – Si declina
in modo diverso perché si declina nell’incontro che è comunicare la fede, si declina
nella carità, nel parlare, nel dialogo.
D. – Uno
dei suoi ultimi libri si intitola “Convivere” e convivenza è un termine molto significativo
all’interno di queste esperienze, che poi sono alla base degli interventi raccolti
in questo volume…
R. – Io penso che in questo mondo
di conflitti di religione, di conflitti di civiltà, la vera civiltà non è la vittoria
di una sull’altra, ma la civiltà del convivere, del vivere insieme. Un vecchio convegno
dei cattolici sociali francesi, negli anni ’30, - a cui partecipò Maritain - già affrontava
il tema dello scontro di civiltà e diceva: “Il cattolicesimo deve essere un agente
di convivenza”.
D. – Le Chiese si confrontano con
due grandi scenari: con le altre religioni ma, allo stesso tempo, anche con le spinte
che vogliono in un certo senso allontanare Dio dalla sfera pubblica e che riguardano
non solo il mondo cristiano…
R. – Sì, oggi esiste
un grande dibattito in una società squilibrata, disorientata: davanti un uomo disorientato,
quali sono i suoi riferimenti? Io credo che i valori religiosi sono un importante
riferimento in tutto questo; Dio appare nella sfera pubblica non solo in America ma
in tanti scenari e appare in modi diversi. C’è quindi il problema della fede religiosa,
c’è il problema dei laici che si ripensano, di religioni in minoranza che si modellano.