2008-05-30 15:15:52

Soddisfazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese dopo l’intesa sulle bombe a grappolo


Attesa a Dublino dove oggi è previsto il voto sull’intesa per mettere al bando le bombe a grappolo raggiunta nei giorni scorsi. Un accordo, in gestazione da almeno dieci anni, sottoscritto da 109 nazioni ma boicottato da Paesi come gli Stati Uniti, Israele, Russia, Cina, India e Pakistan che rappresentano i maggiori produttori degli ordigni capaci di uccidere anche a distanza di anni. I Paesi firmatari avranno otto anni di tempo per smettere di costruire, stoccare, commercializzare le “cluster bombs” e per distruggere gli arsenali ma potranno collaborare nel settore della difesa e in operazioni militari con i Paesi non firmatari. Nel documento si prevedono anche misure di assistenza per le vittime civili. Grande la soddisfazione dei partecipanti e delle organizzazioni che si sono adoperate per la messa al bando, sulla stessa linea la Croce Rossa che ha invitato coloro che non hanno firmato l’accordo a ripensare la loro posizione. “La Croce Rossa – si legge in una dichiarazione - testimonia regolarmente il terribile impatto che questi ordigni hanno sulla popolazione civile dei Paesi in cui vengono utilizzati”, sottoscrivendo la convenzione “si preverranno tremende sofferenze future alle popolazioni di Paesi in guerra”. In un’intervista alla Misna, il direttore della Campagna italiana contro le mine, Giuseppe Schiavello, ha parlato di “un grande risultato, il migliore che si potesse ottenere in questo momento”. “All’impegno morale – aggiunge Schiavello - deve seguire un impegno concreto, accompagnato da mezzi finanziari”. Sull’intesa si è espresso anche il Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) che, in una nota, si è detto “incoraggiato” dalla decisione adottata da molti governi e spera che altri Paesi, tra quelli che non hanno partecipato alla conferenza, possano cambiare idea quando il testo sarà aperto alla firma tra alcuni mesi a Oslo. (B.C.)







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