Argentina: incontro dei Paesi della regione per difendere e valorizzare il bacino
Guaranì
L’acqua e la vita. Su questo tema si sono sviluppate, nei giorni scorsi tra il 26
e il 28 maggio, le riflessioni del ventitreesimo “Incontro delle diocesi di frontiera”
che ha visto la partecipazione di vescovi, sacerdoti, religiose e laici di diversi
regioni ecclesiastiche dell’Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. “Siamo vicini
che si riuniscono per ringraziare Dio per il dono del bacino Guaraní e ascoltare,
condividere e riflettere sull’importanza e la conservazione della vita dei nostri
popoli” così in una celebrazione eucaristica nella città argentina di Concordia, sede
dell’Incontro, hanno pregato gli oltre 80 delegati. I rappresentanti di 17 diocesi,
con l’aiuto di numerosi esperti, sulla scia della Conferenza di Aparecida che chiama
“a scoprire il dono della Creazione per contemplarla e custodirla come la casa di
tutti gli esseri umani”, hanno scambiato esperienze su questa gigantesca riserva sotterranea
di acqua dolce che si estende oltre i confini tra quattro nazioni sudamericane. I
partecipanti hanno convenuto sul fatto che il sistema idrico Guaraní è determinante
per numerosi ecosistemi e perciò va difeso senza tentennamenti, non solo dai tentativi
di fare dell’acqua una “merce” qualsiasi ma anche dall’inquinamento di queste falde
acquifere dalle quali dipende la vita animale e vegetale di una parte rilevante del
Sudamerica. Nel documento conclusivo dell’Incontro si lancia un appello alle autorità
di tutti questi Paesi affinché, oltre ad una maggiore coscienza sull’importanza della
questione, lavorino per proteggere questo bene comune con legislazioni nazionali adeguate
e con accordi o trattati interregionali, interprovinciali o multinazionali. In sostanza,
l’Incontro, che avrà un seguito tra il 18 e il 20 maggio 2009, ha voluto essere un
richiamo forte ad una maggiore consapevolezza sull’urgente bisogno di proteggere l’ambiente
con scelte etiche, politiche ed economiche opportune e compatibili. Tra i dieci vescovi
presenti, l’ausiliare di Salto (Uruguay) mons. Pablo Galimberti, che di queste tematiche
si occupa da molti anni, ha voluto mettere l’accento sulla dimensione comunitaria
della questione: il bacino Guaraní “è un tipico bene comune sul quale la dottrina
sociale della Chiesa ci insegna molto. In questo caso specifico - ha detto - c’è da
rilevare che siamo di fronte ad un bene comune che Dio ha posto nelle nostre mani
per favorire la vita che dobbiamo difendere da ogni minaccia o rischio”.(L.B.)