Cina: continua a crescere il bilancio delle vittime del sisma. Oltre 68 mila morti
E’ stato aggiornato il bilancio del terremoto che lo scorso 12 maggio ha colpito la
Cina. Le autorità riferiscono di oltre 68 mila vittime e più di 12 mila dispersi.
Intanto, circa 120 mila persone sono state evacuate per il timore dello straripamento
di un lago nel Sichuan, la regione più devastata dal sisma, dove solo ieri si sono
registrate altre due forti scosse che hanno causato 63 feriti e il crollo di 420 mila
edifici.
Myanmar, Aung San Suu Kyi La comunità internazionale ha
criticato la decisione della giunta militare birmana di prolungare di un anno gli
arresti domiciliari per Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione e già premio Nobel
per la Pace. E' stata una decisione “deplorevole”: lo ha detto il segretario generale
dell’ONU Ban Ki-moon. Il presidente americano Bush si è detto “turbato”. Perplessità
sono state avanzate anche dal ministro degli Esteri britannico Miliband.
Nepal,
costituente Clima di grande tensione oggi in Nepal, nel giorno dello svolgimento
della prima riunione dell’Assemblea Costituente, che dovrà disegnare il futuro istituzionale
del Paese nel passaggio dalla monarchia alla nuova forma repubblicana. La convocazione
è slittata subito di qualche ora per alcune difficoltà sorte tra i partiti. Ieri un
attentato dinamitardo a Kathmandu aveva causato sei feriti. Ma quali difficoltà attendono
il lavoro dell’Assemblea, formata da un variegato stuolo di partiti, in cui gli ex
ribelli maoisti detengono la maggioranza? Giancarlo La Vella ne ha parlato
con Simona Lanzoni della Fondazione Pangea Onlus, organizzazione non governativa
che porta avanti diversi progetti umanitari in Nepal:
R. – Il problema
è, da un lato, la differenza etnica all’interno del Nepal dato che ci sono 104 etnie
diverse, ognuna con delle istanze altrettanto diverse. Dall’altro, si tratta della
prima volta del partito maoista che ha la maggioranza all’interno dell’Assemblea Costituente
e che si deve confrontare con un percorso democratico; fino ad oggi non è stato così
perchè i maoisti erano il partito armato. Tuttora ci sono molti di loro che continuano
ad essere armati nelle campagne e bisognerà capire come riuscire a gestire questa
situazione e questo percorso assieme agli altri partiti.
D.
– Ci sono idee chiare su quale tipo di istituzioni creare?
R. – Non
c’è una vera e proprio idea chiara. In realtà, si pensa ad un processo di tipo federale.
In Nepal ci sono circa 28 milioni di abitanti e si tratterà di creare una suddivisione
in diversi distretti, piccoli Stati. Non bisogna dimenticare che continua ad esserci
il sistema delle caste; è ancora in piedi quello feudale.
D.
– Intanto, l’attività umanitaria deve comunque andare avanti?
R. – Assolutamente
sì, l’attività umanitaria continua ed è fondamentale. Noi, per esempio, di Fondazione
Pangea continuiamo a lavorare soprattutto nei distretti e nelle province perchè il
Nepal è uno dei Paesi più poveri del mondo. Ha pochissime risorse. A parte il turismo,
sono le risorse idriche la sua fortuna ma non possono essere nemmeno sfruttate, perchè
negli anni ’50 è stato fatto un contratto, ad un prezzo bassissimo, con l’India. Si
punta molto a livello economico sul turismo che però interessa solo alcune aree mentre
il resto del Nepal non riesce ad avere una situazione economica sufficiente alla sopravvivenza.
Pakistan,
politica In un’esplosione avvenuta in una zona tribale del Pakistan sono rimasti
uccisi otto presunti talebani. La deflagrazione, secondo alcune fonti, sarebbe stata
accidentale. A livello politico, è stata siglata un’intesa tra i due maggiori partiti
su un pacchetto di riforme tra cui il trasferimento di alcuni poteri dal presidente
nelle mani del primo ministro.
Terrorismo, Al Qaeda Stette misure
di sicurezza dopo l’annuncio di un prossimo messaggio di Al Qaeda nel quale si minacciano
attentati con armi nucleari in Occidente. L’FBI ha affermato di non avere informazioni
riguardo al possesso da parte della rete di Bin Laden di armi di sterminio.
Libano,
politica Al via in Libano le consultazioni per designare il nuovo premier che
avrà il compito di formare un governo di unità nazionale. Il neo presidente Suleiman,
in mattinata, ha ricevuto il numero uno del parlamento Berri che ha già espresso riserve
sulla designazione di Siniora, indicato dalla maggioranza parlamentare anti-siriana.
La nascita dell’esecutivo è prevista dall’accordo siglato a Doha, il 21 maggio scorso,
dai maggiori leader politici libanesi; l’intesa ha scongiurato il pericolo di una
nuova guerra civile dopo mesi di paralisi istituzionale seguita alla fine del mandato
dell’ex presidente Lahoud.
Medio Oriente Si fa più complicata la
vicenda giudiziaria del premier israeliano Olmert implicato in un’inchiesta per corruzione
quando era sindaco di Gerusalemme. Ieri la testimonianza di un magnate americano che
ha confessato di aver versato ad Olmert circa 150 mila dollari a partire dagli anni
Novanta. I suoi legali parlano però solo di donazioni. Intanto il ministro della Difesa
Barack ha invitato il premier a lasciare la guida del governo prospettando anche l’ipotesi
di nuove elezioni. Fonti vicine allo stesso Olmert hanno invece confermato che il
premier è deciso ad andare avanti. Sul terreno, sono due i miliziani palestinesi uccisi
in un raid aereo israeliano nella zona di confine fra la Striscia di Gaza ed Israele,
nelle vicinanze del valico di Sufa. Nell’azione sono rimaste ferite altre 5 persone.
Iran,
parlamento Con 232 voti il parlamento iraniano ha eletto il nuovo presidente
dell’Assemblea. Si tratta di Ali Larijani, conservatore ed ex negoziatore capo per
il nucleare. Nel suo discorso, ha minacciato di interrompere la cooperazione con l’AIEA,
l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, che nei giorni scorsi,ha chiesto ulteriori
spiegazioni riguardo al programma di arricchimento dell’uranio di Teheran.
Iraq,
cronaca L’esplosione di un ordigno a Diyala, nella parte centro-orientale dell’Iraq,
ha causato la morte di due persone, padre e figlio. La deflagrazione, che ha provocato
anche un ferito, è avvenuta al passaggio dell’auto. A livello politico, c’è da registrare
uno stallo dopo che il blocco sunnita ha deciso di non entrare nel governo di coalizione
sciita. Una scelta dovuta al disaccordo con il primo ministro Al Maliki riguardo all’assegnazione
di un posto all’interno dell’esecutivo.
Italia, Ponticelli Torna
la tensione a Ponticelli, a Napoli. Un rogo è stato appiccato in uno dei campi Rom
ormai vuoti dopo lo sgombero dei giorni scorsi. In fiamme le baracche abbandonate,
dove i nomadi avevano lasciato vestiti ed effetti personali. Si tratta dell’ultimo
episodio di violenza dopo la dura reazione della popolazione seguita al tentato rapimento
di una bimba di pochi mesi da parte di una ragazzina Rom, poi arrestata.
Italia,
scontri università Processo per direttissima stamani a Roma per le 6 persone
arrestate – due dei collettivi di sinistra e 4 di Forza Nuova- per gli scontri di
ieri davanti all’Università “La Sapienza”. Per tutti l’accusa è di rissa aggravata.
Nei disordini sono rimaste ferite 4 persone. L’episodio è legato alla revoca di un
convegno sulle Foibe prima autorizzato dal rettore dell'ateneo e poi annullato. Davanti
al tribunale c’è un ingente schieramento della polizia per la presenza di numerosi
studenti di sinistra che attendono l’esito dell’udienza. Il sindaco di Roma Alemanno,
condannando quanto accaduto, ha chiesto che i violenti vengano isolati.
Indonesia,
OPEC L’Indonesia ha deciso di lasciare l’OPEC, l’organizzazione che raccoglie
i Paesi produttori di petrolio. A motivare la scelta è il calo della produzione di
greggio che ne ha ridotto l’influenza all’interno del cartello. Una diminuzione dovuta
a giacimenti vecchi e a carenze di investimenti. (Panoramica internazionale a cura
di Benedetta Capelli)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana
Anno LII no. 149 E' possibile
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