Il cardinale Bagnasco, alla 58.ma Assemblea generale della CEI: contribuire al dibattito
pubblico in nome del Vangelo non minaccia la laicità dello Stato
Il viaggio del Papa negli Stati Uniti, l’annuncio di Cristo ai giovani, i temi dell’attualità
italiana: sono gli argomenti affrontatati dal presidente della Conferenza episcopale
italiana, cardinale Angelo Bagnasco, che ieri in Vaticano ha pronunciato la prolusione
all’apertura della 58.ma Assemblea generale della CEI. I particolari da Debora
Donnini:
Parte
dalle tappe del viaggio del Papa negli Stati Uniti, il cardinale Bagnasco. Ricordando
che la libertà religiosa non è solo libertà di culto, ma possiede anche una dimensione
pubblica. L'arcivescovo di Genova sottolinea, dunque, un concetto positivo di laicità:
“Esprimere
liberamente la propria fede, partecipare in nome del Vangelo al dibattito pubblico,
portare serenamente il proprio contributo nella formazione degli orientamenti politico-legislativi,
accettando sempre le decisioni prese dalla maggioranza: ecco, ciò che non può mai
essere scambiato per una minaccia alla laicità dello Stato, né in America né in Europa.
La Chiesa non vuole imporre a nessuno una morale religiosa, infatti essa enuncia da
sempre, insieme a principi tipicamente religiosi, i valori fondamentali che definiscono
la persona 'cuore della società'”.
In evidenza, anche
l’importanza delle parole del Papa sugli abusi sessuali: “Quell’ 'Io mi vergogno'
- ha ricordato il porporato - con cui si è caricato dell’umiliazione e del dolore
della Chiesa tutta per lo scandalo causato dai sacerdoti accusati di pedofilia è stato
come l’inizio della rinascita”. Il Papa, ha ricordato il porporato, ha messo in evidenza
i rischi del secolarismo e del materialismo anche per i credenti: la dittatura del
relativismo costituisce una minaccia alla libertà umana. Una relazione a tutto campo,
quella del cardinale Bagnasco, che entra nel vivo dei problemi italiani. All’indomani
del voto, ha affermato, “ci si attende un periodo di operosa stabilità al quale partecipino
tutte le forze politiche, nei ruoli loro assegnati”. Il presidente delal CEI chiede
risposte sagge e sollecite nell’affrontare il problema dei rifiuti in Campania, per
la cui risoluzione - dice - all’intervento delle pubbliche autorità deve corrispondere
la responsabile collaborazione delle popolazioni. Sottolineate anche le attese sul
fronte del potere d’acquisto di stipendi e pensioni e per la famiglia. Il porporato
apprezza l’iniziativa “Un fisco a misura di famiglia” che ha visto una larga mobilitazione.
Sul fronte della bioetica, auspica invece cautela. Mentre in relazione all’intervento
operato sulle linee-guida della Legge 40, quella sulla fecondazione assistita, afferma:
“Infrangendo
un delicatissimo bilanciamento delle esigenze in campo, esso comporta oggettivamente
il rischio di promuovere una mentalità eugenetica, inaccettabile ieri al pari di oggi”.
L’auspicio
è dunque che non venga stravolto il punto di equilibrio raggiunto dal parlamento e
confermato dal referendum. Rivolto un appello particolare agli imprenditori sulle
"morti bianche" e riflettori puntati anche sull’immigrazione: “A chi vuole stabilirsi
in Italia - spiega l'arcivescovo di Genova - si deve arrivare a proporre un patto
di cittadinanza”, mettendo in chiaro diritti e doveri: l’identità italiana chiede
rispetto e d’altra parte rimane aperta e capace di incontrare altre culture. "No"
a ipotesi di enclave che diventerebbero presto dei ghetti non tollerabili.
"Sì" a risposte calibrate ed efficaci all’esigenza incoercibile di sicurezza. Con
uno sguardo rivolto al mondo, viene segnalata l’emergenza alimentare con 100 milioni
di persone a rischio sopravvivenza soprattutto a causa del rialzo dei prezzi dovuto
al caro petrolio. Una larga parte del discorso il presidente della CEI lo dedica ai
giovani e parla della “grande anestesia degli spiriti”, in cui la cultura nichilista
li fa piombare, con un vuoto desolante che passa anche per droga, alcool e stordimento.
La risposta deve partire da Cristo, dall’annuncio del kerygma, dal suo fascino:
“Cristo
allora diventa come il risveglio inaudito ad una vita diversa, radicalmente altra,
ideale subito concreto e pertinente, principio riordinatore di un’esistenza via via
capace di altri sapori e di altri riti”.
E a quel bisogno di sicurezza,
che non è solo esterno ma anche interno, sui valori, il cardinale Bagnasco segnala
il contributo offerto dalla comunità cristiana con sagrati delle chiese e oratori,
spazi di socializzazione, luoghi di dialogo e amicizia.