Il Pontificio Consiglio per i migranti condanna le violenze xenofobe in Sudafrica
Il cardinale Renato Raffaele Martino e l’arcivescovo Agostino Marchetto, rispettivamente
presidente e segretario del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e
gli itineranti, hanno inviato un telegramma all’arcivescovo di Johannesburg, Buti
Joseph Tlhagale, esprimendo il loro dolore per le tragiche violenze xenofobe che negli
ultimi giorni hanno funestato il Sudafrica. La caccia all’immigrato è iniziata l’11
maggio scorso nelle township di Johannesburg diffondendosi presto nel resto del Paese.
In 2 settimane di violenze sono stati uccisi almeno 50 immigrati, giunti in Sudafrica
dai Paesi africani vicini più poveri, come lo Zimbabwe, la Zambia e il Mozambico.
Gli immigrati sono accusati dell’aumento della criminalità e di togliere lavoro ai
residenti. Oltre 35 mila gli sfollati che ora vivono in campi di fortuna per sfuggire
alle aggressioni. Il dicastero vaticano auspica che, “con gli interventi fraterni
della Chiesa e di tutte le persone di buona volontà, sarà trovata una soluzione finale
per questa e per altre simili situazioni e che la popolazione della regione potrà
nuovamente vivere in pace, solidarietà e con prospettive di sviluppo integrale”. L’arcivescovo
di Johannesburg da parte sua, ha parlato di una guerra tra poveri che rischia di
creare nel Paese un nuovo apartheid. Durissima anche la condanna del presidente sudafricano
Thabo Mbeki: "mai dalla nascita della nostra democrazia (nel 1994) si era vista una
simile disumanità", ha detto Mbeki, aggiungendo che "le azioni vergognose di pochi
hanno infangato il nome" del Paese, contraddicendo "tutto ciò che la nostra liberazione
dall'apartheid rappresenta".