Concluso a Kobe, in Giappone, il Vertice dei ministri dell'Ambiente del G8, per combattere
il riscaldamento globale
Ancora parole prima dei fatti, perché non c’è intesa ma piuttosto divergenze. ''Il
principale risultato” del Vertice di Kobe, è stato riassunto per i giornalisti dal
ministro giapponese, Ichiro Kamoshita, con un’ulteriore promessa: “abbiamo espresso
con forza” – ha detto – la volontà di giungere nella prossima riunione dei capi di
Stato e di Governo del G8, prevista in luglio nell’isola di Hokkaido, ad un accordo
“per dimezzare le emissioni nocive entro il 2050”. ''Le Nazioni avanzate – ha aggiunto
il ministro giapponese - dovranno dare prova di leadership per centrare l'obiettivo''.
Il riferimento è al picco delle emissioni atteso entro i prossimi 10/20 anni che richiederà
di patteggiare con i Paesi in via di sviluppo ed emergenti per contenere la produzione
di gas nocivi. Nella dichiarazione finale di Kobe non c’è però menzione dei rapporti
scientifici che impongono ai Paesi ricchi e industrializzati di ridurre del 25-40
per cento entro il 2020 le emissioni per evitare il riscaldamento del Pianeta di ben
due gradi. Unione Europea, ONU e associazioni ambientaliste avevano invece puntato
su una indicazione - che non c’è stata a Kobe - da parte dei ministri dell’ambiente
del G8. Il nodo da sciogliere è non solo economico ma politico, per questo si attende
una parola risolutiva dei massimi leader degli Otto grandi in luglio, mentre nella
lotta contro il tempo per fronteggiare i cambiamenti climatici, aumentano ogni giorno
i danni ambientali di cui tutta l’umanità porta e porterà pena. (A cura di Roberta
Gisotti)