Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa Solennità del Corpus Domini la Liturgia ci presenta il passo del Vangelo
in cui di fronte alla folla incredula Gesù dice:
«Io sono il pane vivo,
disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò
è la mia carne per la vita del mondo».
Su questa Solennità ascoltiamo
il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla
Pontificia Università Lateranense:
Chi ha
avuto la grazia di aver parte al Corpo del Signore già dalla sua tenera età è cresciuto
in virtù di questo “Pane vero” e nella fragranza del Suo sapore. Questi non potrebbe
neppure fingersi nella mente la sua propria vita, la sua storia, la sua concreta biografia,
senza quel Pane, senza quella Presenza e quel Cibo.
E’
un pane inappariscente, un pane azzimo, ma la partecipazione ad esso ha segnato tutta
la nostra vita presente e futura. “Chi mangia, vivrà”. Niente del nostro modo d’essere,
nessun aspetto della nostra effettiva esistenza è rimasto intoccato, immodificato.
Tutto quel che siamo, anzi, l’essere stesso, ha in quel Pane il suo sostentamento
necessario. Quel Pane è vita. “Io sono la vita”, dice Gesù. “Io sono il pane vero”.
E, come insegna il Dottore Angelico: “l’essere per i viventi è il vivere”, la vita (S.th.,
I q 18 a 2). “Colui che mangia di me, vivrà per me”. E Paolo conferma: “Non sono
più io che vivo” (Gal 2, 20).