Concluso in Ungheria l'incontro dei vescovi europei di rito greco-cattolico
Si è conclusa ieri a Mariapòcs, in Ungheria, una riunione di tre giorni dei vescovi
europei di rito greco-cattolico, alla guida di diocesi in Bielorussia, Repubblica
Ceca, Italia, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia ed Ucraina. L’incontro è stato
caratterizzato da tre celebrazioni solenni. Martedì presso il santuario mariano di
Mariapòcs, è stata celebrata la liturgia in lingua ucraina con l’omelia del cardinale
Lubomyr Husar, arcivescovo maggiore di Kiev-Halic; mercoledì, nella chiesa di Nyìregyhàra,
mons. Szilàrd Keresztes, vescovo emerito di Hajdùdorog, ha presieduto la Divina liturgia,
con l’omelia del cardinale Péter Erdö, arcivescovo di Esztergom-Budapest, primate
d’Ungheria; mentre ieri pomeriggio, Divina liturgia nella cattedrale di Hajdùdorog,
con omelia tenuta da mons. Virgil Bercea, vescovo greco-cattolico di Oradea Mare,
in Romania. Marta Vertse, responsabile del Programma ungherese della nostra
emittente, ha raggiunto telefonicamente a Mariapòcs il cardinale Péter Erdö,
al quale ha chiesto quale è stata la tematica della riunione di quest’anno:
R. –
Si è parlato del Sacramento della riconciliazione, che costituisce un tema fondamentale
del nostro lavoro pastorale qui in Europa. Bisogna ribadire però che questi incontri
non costituiscono una forma istituzionale stabilita; si tratta piuttosto di colloqui
fraterni, di amicizia, di comunione affettiva. Questa riunione dei vescovi orientali
non fa parte, per il momento, di nessuna struttura continentale, però rappresenta
veramente un affetto collegiale, una fraternità di questi vescovi, che sono molto
spesso, soprattutto la generazione più anziana, testimoni di un’epoca dura e difficile,
di persecuzioni che colpivano i cattolici in quella parte d’Europa, e specialmente
i cattolici di rito orientale. La testimonianza dei martiri e dei confessori è tuttora
una fonte di forza, e di energia spirituale per la Chiesa in questo nostro continente.
Bisogna ribadire anche che questo incontro è stato anche un incontro solenne, perchè
il vescovo Szilàrd Keresztes, ha rinunciato per motivi di età alla sua funzione, e
la Santa Sede ha nominato già il successore. Quindi, la Messa è stata anche un ringraziamento
per gli oltre due decenni di servizio di questo presule orientale, e anche una preghiera
comune per i cattolici orientali e per l’unità dei cristiani in Europa.
D.
– Allora, i fedeli di rito greco-cattolico possono svolgere un ruolo di collegamento
fra i due polmoni d’Europa?
R. – Prima di tutto,
tutte le Chiese cattoliche orientali sono cattoliche di pieno diritto, quindi la dignità
dei diversi riti all’interno della Chiesa cattolica è uguale. Culturalmente parlando,
è sicuro che i cattolici orientali costituiscono un ponte tra l’ortodossia e il mondo
latino, ma non sono meno cattolici dei latini, quindi bisogna vedere che la nostra
Chiesa cattolica è ricchissima di storia, di cultura, di spiritualità, di tradizione
teologica e anche disciplinare. Quindi, queste Chiese contribuiscono anche alla migliore
autoconoscenza di tutti i cattolici.