2008-05-19 15:03:04

Mons. Warduni contro la condanna a morte del rapitore di mons. Rahho


“Noi perseguiamo la pace, la sicurezza e la riconciliazione dell’Iraq, tutte cose per le quali si è speso in vita mons. Rahho e per le quali continuiamo a lavorare”. Così mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad, ha commentato all’agenzia Sir la condanna a morte - da parte dell’autorità irachena - di Ahmed Ali Ahmed, leader di Al Qaeda coinvolto nel rapimento e nell’uccisione dell’arcivescovo di Mosul Paulos Faraj Rahho. Come è noto il presule caldeo era stato rapito il 29 febbraio scorso e trovato morto il 13 marzo. “Mons. Rahho - ha affermato Warduni - non avrebbe accettato una simile condanna. I principi cristiani affermano che non è consentito condannare a morte nessuno e ci invitano al perdono, alla riconciliazione e alla giustizia. Alla Chiesa irachena interessa la pace, la sicurezza e la riconciliazione del Paese”. Riferendosi all'attuale situazione, mons. Warduni ha riferito di “un qualche miglioramento ed anche a Mosul la gente dice che va un po’ meglio. La speranza è che duri nel tempo e che Al Qaeda venga sconfitta”. La notizia della condanna di Ahmed Ali Ahmed, noto come Abu Omar, è stata data ieri dal portavoce del Governo Ali al-Dabbagh. Fonti militari già due giorni dopo il ritrovamento di mons. Rahho dissero di aver arrestato un uomo coinvolto nel rapimento. La condanna a morte è stata salutata con soddisfazione dall’Ambasciata americana a Baghdad. Non è nota la data dell’esecuzione. (R.G.)







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