Una bomba è stata fatta esplodere nella notte nella città basca di Getxo, vicino a
Bilbao. Poco prima, l'attentato era stato annunciato dal gruppo armato indipendentista
basco dell'ETA. Secondo la radio pubblica RNe, non ci sarebbero vittime. La bomba
è esplosa su una spiaggia di Getxo poco prima dell'1.00. L'ultimo attentato attribuito
al'ETA risale a mercoledì scorso e ha causato un morto e quattro feriti tra gli agenti
della Guardia Civil.
Medio Oriente Due razzi palestinesi sparati
dal nord della striscia di Gaza sono esplosi stamani alla periferia meridionale di
Ashqelon, in Israele, senza provocare vittime. A quanto risulta, le deflagrazioni
sono avvenute all'interno della zona industriale. Intanto, si parla di tregua: il
ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, si reca oggi a Sharm el-Sheikh, in Egitto,
per discutere con il presidente egiziano, Hosni Mubarak, le modalità di una tregua
con Hamas nella Striscia di Gaza, mediata nelle ultime settimane dalla diplomazia
egiziana. Parallelamente, al Cairo, sono attesi esponenti di Hamas provenienti da
Damasco e da Gaza. Israele, secondo la radio militare, ritiene che la tregua debba
essere sostenuta da due altre componenti: l'adozione di misure severe per impedire
il traffico di armi dal Sinai verso la Striscia di Gaza e l'ingresso nella fase finale
della lunga trattativa per uno scambio di prigionieri. Hamas, da parte sua, esige
garanzie circa la riapertura dei valichi con la Striscia di Gaza.
Israele Mentre
proseguono le indagini della polizia israeliana sul premier, Ehud Olmert, sospettato
di aver accettato nel corso di anni ingenti finanziamenti da sostenitori negli Stati
Uniti, il leader del partito laburista, Ehud Barak, è ormai convinto che sarà necessario
sciogliere in anticipo la legislatura ed andare a nuove elezioni politiche. Il voto,
ha detto ieri Barak ai suoi sostenitori, potrebbe avvenire alla fine del 2008 (con
due anni di anticipo sul previsto), oppure all'inizio del 2009. Venerdì scorso, la
polizia ha chiesto di interrogare Olmert, per la seconda volta in dieci giorni, per
chiedergli delucidazioni su una serie di sospetti che gravano sulla persona. Il premier
ha replicato di non poter per il momento ricevere gli inquirenti. In una dichiarazione
pubblica, dieci giorni fa, ha ammesso di aver accettato finanziamenti per una serie
di campagne politiche alla fine degli Anni Novanta, ma ha categoricamente escluso
di essersi messo in tasca “nemmeno un centesimo”. Oggi, intanto, la Knesset (parlamento)
inizia la sua sessione estiva.
Libano Un gruppo formato da 290 intellettuali,
esponenti politici, protagonisti dei media e attivisti sociali libanesi ha diffuso
oggi un appello per una “resistenza civile pacifica” al movimento sciita Hezbollah,
che all'inizio di maggio ha lanciato un assalto armato contro i suoi rivali sunniti
drusi a Beirut e in altre zone del Paese. “Hezbollah ha dichiarato una guerra interconfessionale
per realizzare il suo progetto di ottenere la totale autorità e inserire il Libano
nell'asse Gaza-Damasco-Teheran distruggendo la società libanese”, si afferma nell'appello,
pubblicato oggi dalla stampa di Beirut. I firmatari, tra cui esponenti cristiani,
drusi, sunniti e sciiti, non precisano come la “resistenza pacifica” ad Hezbollah
verrà messa in atto. Allo stesso tempo, si rivolgono però alle forze filogovernative
che partecipano al “dialogo nazionale” avviato venerdì scorso in Qatar, sotto gli
auspici della Lega Araba, affinchè diano “la priorità alla discussione sulla questione
cruciale delle armi di Hezbollah”. “Consentire ad Hezbollah di detenere armi significa
la fine dello Stato libanese”, affermano i firmatari dell'appello, aggiungendo che
il timore dei libanesi di vedere il gruppo sciita riprendere i suoi assalti armati
“non sarà cancellato fino a quando Hezbollah non sarà privato delle sue armi”.
Pakistan I
taleban pakistani, considerati legati ad al Qaida, hanno rivendicato l'attentato suicida
che ieri nella città-guarnigione di Mardan, nel nord-ovest del Pakistan, ha fatto
almeno 13 morti. L'attacco, ha detto un portavoce degli estremisti, è stato compiuto
per “vendicare” i 14 militanti uccisi il 14 maggio da due missili - americani secondo
Islamabad e secondo i taleban - piovuti vicino al villaggio di Damadola, nella regione
tribale al confine con l'Afghanistan. “L'attacco di Mardan ha vendicato l'attacco
di Damadola”, ha detto al telefono all'agenzia France Presse Omar, portavoce del Movimento
dei Taleban del Pakistan (TTP) del capo tribale Beitullah Mehsud, considerato da Washington
il capo di al Qaida in Pakistan. I missili del 14 maggio e l'attentato di ieri cadono
nel pieno dei negoziati con i quali Islamabad sta cercando di raggiungere una tregua
con i Taleban dopo un'ondata di attentati che da un anno e mezzo ha colpito il Paese
con un bilancio di almeno 1.100 morti.
Iraq Un militare americano
è rimasto ucciso ieri dall'esplosione di una bomba artigianale nella provincia di
Salaheddin, nel nord dell'Iraq. Lo ha reso noto il comando statunitense a Baghdad
in un comunicato. Sale così a 4.078, secondo un sito Internet specializzato, il numero
dei militari americani rimasti uccisi in Iraq dall'intervento del marzo 2003.
Afghanistan La
NATO ha negato l'accusa contenuta in un rapporto dell'UNHCR, il Consiglio delle Nazioni
Unite per i diritti umani, secondo cui i militari della Forza di assistenza alla sicurezza
(ISAF) avrebbero ucciso almeno 200 civili afghani oltre a 300 combattenti talebani
dall'inizio del 2008. “Nell'insieme troviamo molta della sostanza e il tono generale
del rapporto imprecisi e non sostanziati da prove”, ha detto in una conferenza stampa
ieri a Kabul Mark Laity, portavoce della Nato, che ha ammesso che qualche civile è
stato ucciso per errore durante i combattimenti contro i Taleban, aggiungendo pero'
che “per noi si tratta di numeri a due cifre”. Il rapporto dell'Unhrc, compilato dal
commissario speciale sulle esecuzioni extragiudiziali Philip Alston e reso noto lo
scorso giovedì, concludeva con la raccomandazione che le truppe Isaf e quelle di Enduring
Freedom facciano di più per evitare perdite civili oppure sempre più innocenti moriranno
in Afghanistan.
Francia In circa 20 mila secondo la polizia (45 mila
secondo gli organizzatori) hanno manifestato ieri pomeriggio a Parigi contro la soppressione
prevista di migliaia di posti di lavoro nel settore dell'educazione. La manifestazione,
riunita su appello della Fsu, la maggiore organizzazione sindacale dell'educazione,
ha riunito personale docente e non di tutte le scuole, dalle materne all'università.
Il governo francese, di fronte a un considerevole debito pubblico, e deciso a una
“rivoluzione culturale” nella pubblica amministrazione, ha previsto la soppressione
di 22.900 posti di lavoro nel 2008, di cui 11.200 interessano il settore dell'istruzione.
Altri 35 mila posti in meno sono stati annunciati per il 2009.
Colombia Nelly
Avila Moreno, ricercatissima leader del Fronte 47 delle Forze armate rivoluzionarie
della Colombia (FARC) conosciuta come 'Karinà, si è consegnata alle autorità colombiane
insieme a altri due guerriglieri, sostenendo di essere “stanca della guerra”. Lo ha
reso noto il ministero della Difesa a Bogotà. I media colombiani hanno diffuso immagini
della donna, che ha meno di 50 anni, che è in mano alla 4.a Brigata dell'esercito
di stanza a Medellin e che è ad oggi il più importante responsabile delle FARC che
si consegna spontaneamente alle forze regolari. Di recente, il governo aveva reso
noto che su di lei esisteva una taglia di 1.700 milioni di pesos (625 mila euro).
Il 2 maggio scorso il presidente, Alvaro Uribe, le aveva rivolto un appello a consegnarsi
e le aveva promesso che se lo avesse fatto l'avrebbe ricevuta “con quel sentimento
fraterno che la Colombia ha per quelli che correggono il loro comportamento”.
Sri
Lanka Truppe dello Sri Lanka hanno attaccato ieri postazioni dei ribelli nel
nord dell'isola, uccidendo 61 militanti delle Tigri Tamil. Lo hanno reso noto oggi
fonti militari. Il raid, che ha causato la morte di 15 soldati, è avvenuto dopo che
venerdì scorso un attentatore suicida alla guida di una moto ha ucciso 11 persone,
soprattutto funzionari di polizia. I combattimenti tra le forze governative e le Tigri
per la liberazione del Tamil Eelam (LTTE) sono aumentati da gennaio quando il governo
si è ritirato da un accordo per il cessate-il-fuoco, siglato nel 2002, che non era
comunque riuscito ad impedire lo scoppio di una nuova guerra civile all'inizio del
2006. Finora, secondo dati forniti dai militari, circa 360 ribelli e 41 soldati sono
morti durante gli scontri nel mese di maggio. Si stima che 70 mila persone siano state
uccise nei 25 anni di guerra civile. Gli scontri recenti hanno avuto luogo nei distretti
di Vavuniya e Polonnaruwa, nel nord dell'isola e nel distretto nord-occidentale distretto
di Mannar.
Bangladesh La polizia del Bangladesh ha arrestato per
concussione il capo del principale partito politico islamico del Paese, la Jamaat
Islami. Lo riportano fonti di polizia. L'arresto è l'ultimo di una offensiva contro
la corruzione che l'amministrazione militare sta svolgendo in vista delle elezioni
di dicembre. Moulana Matiur Rahman Nizami, già ministro nel governo di Begum Khaleda
Zia, è stato prelevato dalla sua abitazione di Dhaka, ieri sera, e trasferito in una
stazione di polizia sotto stretta sorveglianza. Verrà interrogato riguardo ad un contratto
concesso illegalmente ad una compagnia locale di operazioni cargo nel porto di Chittagong.
“Abbiamo arrestato Moulana Nizami intorno alla mezzanotte di ieri e lo abbiamo portato
alla stazione di polizia di Cantonment”, ha spiegato un ufficiale di polizia. La Jaamat
Islami faceva parte della coalizione governativa di Khaleda tra il 2001 ed il 2006.
(Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 140 E'
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