Il Myanmar apre le porte agli aiuti internazionali. Il Paese ha accettato che L'ASEAN,
l’Associazione delle nazioni del sudest asiatico coordini gli aiuti stranieri in favore
della popolazione birmana, stremata dopo il passaggio del ciclone Nargis. Lo ha annunciato
oggi George Yeo, ministro degli Esteri di Singapore, dove si è svolta la riunione
dell’ASEAN, coordinata dal ministro degli Esteri birmano Nyan Win. L'entrata di aiuti
dal di fuori dell'area del sudest asiatico sarà sottoposta a valutazioni caso per
caso. “Dobbiamo occuparci dei bisogni specifici e non ci saranno accessi incontrollati'',
ha puntualizzato Yeo. All’incontro hanno partecipato Malaysia, Indonesia, Filippine,
Singapore, Thailandia, Brunei, Laos, Vietnam e Cambogia, oltre alla ex Birmania. Durante
l’assemblea sono stati valutati in 10 miliardi di dollari i danni del ciclone che
ha provocato 134.000 tra morti e dispersi, secondo il bilancio ufficiale. Sulla criticità
della situazione anche un appello di mons. Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon,
che ha chiesto alla comunità internazionale di unirsi alle preoccupazioni per i sopravvissuti
alla catastrofe. Anche le Chiese dell’Asia continuano la loro mobilitazione a favore
delle vittime. In alcuni casi inviano aiuti tramite i canali cattolici, in altri invece
collaborano con la comunità buddista locale. Nelle Filippine, la Caritas Manila manderà
oggi la prima tranche degli aiuti raccolti nelle varie parrocchie dell’arcidiocesi
attraverso due sacerdoti birmani in partenza per il loro Paese d’origine. Anche la
comunità cattolica dello Sri Lanka mostra grande solidarietà verso la tragedia birmana.
Qui la Caritas (SEDEC) ha consegnato ai responsabili religiosi buddisti latte in polvere
e cibo per il valore di 5000 dollari. Alcuni monaci cercheranno di portare gli aiuti
in Myanmar. (V.V.)