Si è concluso a Rocca di Papa il seminario dei vescovi sui movimenti ecclesiali
Si è chiuso ieri pomeriggio, dopo l’atteso incontro con Benedetto XVI, il seminario
di studi per i vescovi promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici, dal titolo “Vi
chiedo di andare incontro ai movimenti con molto amore”. Nel suo intervento il cardinale
vicario di Roma, Camillo Ruini, ha sottolineato da una parte ciò che i pastori attendono
dai movimenti - l’impegno sulle frontiere dell’evangelizzazione, retta fede e concreta
comunione ecclesiale, l’essere attenti e duttili rispetto ai segni dei tempi - dall’altra
ciò che i vescovi devono evitare: l’esclusivismo della Chiesa locale e gli eccessi
di programmazione pastorale. A seguire mons. Léonard, arcivescovo di Namur in Belgio,
nel delineare i rapporti tra vescovi e movimenti, ha ricordato come la sensibilità
personale del vescovo non possa essere la misura definitiva del discernimento, e come
i nuovi carismi – così come in precedenza quelli antichi – servano la chiesa locale
già con la loro stessa esistenza. Julián Carrón, presidente della fraternità di Comunione
e Liberazione, ha evidenziato come pastori e movimenti si trovino di fronte alla stessa
sfida, quella della scristianizzazione, o detto in altri termini, dell’aver relegato
la fede ai margini dell’esistenza, fino a considerarla ‘inutile’ per la vita stessa
dell’uomo. E dunque la sfida per tutti è quella di dare non risposte ‘corrette’, ma
risposte ‘efficaci’. Una di queste risposte è il continuo fiorire di nuove realtà
ecclesiali, in particolare in America Latina, come è emerso dalla testimonianza di
Moysés Louro de Azevedo Filho, fondatore della Comunità Cattolica Shalom, nata in
Brasile. “Dio è passato in questi giorni in mezzo a noi – ha concluso il cardinale
Rylko, presidente del Consiglio – il lavoro vero comincia adesso”. (S.G.)