2008-05-17 14:34:48

Terremoto in Cina. Si continua a scavare tra le macerie: oltre 30 persone salvate nelle ultime ore


Cresce ancora il bilancio del terremoto che ha colpito la Cina lunedì scorso. Sono quasi 29 mila le vittime nella sola provincia del Sichuan, la più devastata dal sisma, dove si sono verificate altre scosse di assestamento. Intanto, duemila persone hanno lasciato la zona di Beichuan, nella parte sud-occidentale del Paese, per il timore dello straripamento di un lago che potrebbe travolgere ogni cosa. E’ lotta contro il tempo nella ricerca dei sopravvissuti: stamani, i soccorritori hanno salvato un turista tedesco, nella contea di Wenchuan, che era rimasto sotto le macerie per 114 ore. Ieri, altre 33 persone erano state estratte vive nel distretto di Beichuan.

Myanmar-ciclone-politica
Devastazione anche in Myanmar dove il ciclone Nargis ha provocato oltre 77 mila vittime e circa 56 mila dispersi. Sono molte le difficoltà poste dalla Giunta militare nella distribuzione degli aiuti, un atteggiamento definito dal premier britannico Brown “inumano”. Intanto, il regime ha autorizzato oggi, per la prima volta, la visita di diplomatici di stanza a Rangoon verso le zone del delta dell’Irrawaddy. A livello politico, l’opposizione ha respinto il risultato del referendum costituzionale del 10 maggio scorso nel quale, secondo i militari, più del 92 per cento della popolazione avrebbe approvato la nuova costituzione.

Medio Oriente-Bush
Prosegue il viaggio in Medio Oriente del presidente americano, George W. Bush. Oggi è atteso in Egitto dopo la tappa in Arabia Saudita, nella quale sono stati siglati importanti accordi economici. A Sharm el-Sheikh, parteciperà al World Economic Forum e incontrerà il presidente palestinese, Abu Mazen. Mentre, in Egitto, si terrà lunedì prossimo un incontro tra le autorità del Cairo e una delegazione di Hamas per discutere di un periodo di tregua a Gaza.

Libano
Si tenta di uscire dalla crisi politica in Libano. I dirigenti della maggioranza e dell'opposizione hanno iniziato oggi a Doha, capitale del Qatar, una riunione a porte chiuse, destinata a segnare una ripresa del dialogo per far uscire il Paese dall’empasse che ha paralizzato il governo per 18 mesi e lasciato il Libano senza presidente da novembre 2007. La situazione è degenerata la scorsa settimana in un’ondata di violenza nella quale sono morte 65 persone e altre 200 sono rimaste ferite.

Pakistan-Afghanistan
E’ sano e salvo l’ambasciatore pakistano in Afghanistan, rapito lo scorso 11 febbraio nelle zone tribali del nord-ovest del Paese mentre si stava recando a Kabul. Il diplomatico era stato mostrato anche dalla rete televisiva al Arabiya in un video, nel quale diceva di essere stato sequestrato dai talebani e chiedeva ad Islamabad di evadere le richieste dei rapitori senza specificare quali fossero.

Iraq
Tappa in Iraq per la presidente della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, arrivata a Baghdad per colloqui con il primo ministro Al Maliki e altri esponenti politici.

India-attentati
Le autorità indiane hanno arrestato un uomo sospettato di coinvolgimento negli attentati di Jaipur, costati la vita a 63 persone. Il fermato fa parte di un movimento terrorista islamico sul quale gli inquirenti avevano puntato il dito subito dopo le sanguinose azioni.

Kuwait-elezioni
Urne aperte in Kuwait per le elezioni politiche anticipate, convocate dopo lo scioglimento del parlamento in marzo. Si tratta della seconda volta in meno di due anni. Una decisione scattata per i contrasti che opponevano l'emiro, lo sceicco Sabah akl-Amad al-Sabah, ai deputati. Si potrà votare fino alle 20, le 18 in Italia. In totale, sono 274 candidati, tra i quali 27 donne, in lista per 50 seggi in Parlamento.
 
Repubblica Dominicana-elezioni
Il presidente uscente della Repubblica Dominicana, Leonel Fernandez, è in testa nello spoglio delle elezioni presidenziali, svoltesi ieri. A conteggio quasi ultimato, il capo di Stato uscente, ha ottenuto oltre il 53 per cento delle preferenze e verrebbe così eletto al primo turno. Tra i problemi che Fernandez dovrà affrontare, c'è quello degli haitiani che si recano in Repubblica Dominicana per cercare di migliorare la propria situazione, ma che invece si ritrovano a vivere in condizioni praticamente di schiavitù. Helene Destombes, della nostra redazione francese, ne ha parlato con padre Pierre Louis Ruquoy, della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria, che segue da vicino il dramma degli haitiani:RealAudioMP3


R. - Moi j’ai qualifié la situation des haïtiens et des dominicains d’origine haïtiennes…
Ho definito la situazione degli haitiani che vivono nella Repubblica dominicana come “l’apartheid dei Caraibi”. Le grandi imprese dello zucchero fanno un grande traffico di queste persone. Le ingannano dicendo loro che andranno a vivere in un paradiso, che potranno migliorare le loro condizioni di vita. Per ottenere questo, si paga una certa somma in denaro ai trafficanti, per arrivare poi in baracche che ricordano fortemente le condizioni di vita degli schiavi.

D. - Si può parlare di una vera schiavitù moderna?

 
R. - On peut parler d’esclavage moderne parce que il y a des chaînes invisibles…
Si può parlare di una forma di schiavitù moderna, perché le catene sono in realtà invisibili: per venire nella Repubblica dominicana hanno dovuto pagare molto denaro, mentre non riusciranno mai a pagare il viaggio di ritorno e meno ancora il debito che hanno contratto. Per questo, sono poi costretti a rimanere nelle baracche. A questo punto, si pone anche il problema dei discendenti di questi haitiani: i figli non hanno diritto alla cittadinanza dominicana. Abbiamo allora una massa di persone apolidi che non hanno alcun diritto.
 
D. - Per quale ragione il governo della Repubblica Dominicana rifiuta di riconoscere la cittadinanza ai bambini nati nella Repubblica dominicana stessa?

 
R. - Soi-disant parce que leurs parents ou leur grands-parents ou leurs arrière grands-parents…
Apparentemente, perché i loro genitori o i loro nonni o i loro bisnonni sono arrivati nella Repubblica Dominicana da clandestini. Io sostengo invece che non sono mai arrivati in maniera illegale e che comunque e sempre c’è stata la complicità di poteri forti nel traffico di esseri umani. Ho scoperto dei “supermercati” di schiavi nelle montagne: c’erano agenti di immigrazione per ricevere queste persone e ridistribuirle nelle diverse piantagioni di canna da zucchero del Paese.

Zimbabwe-politica
Nessun rientro in Zimbabwe per il leader dell’opposizione, Tsvangirai. Fonti vicine al numero uno del Movimento per il cambiamento democratico hanno riferito che è stato sventato un piano per assassinarlo. C’è attesa per il ballottaggio presidenziale, fissato per il 27 giugno. Una data criticata da Tsvangirai che, nel primo turno svoltosi il 29 marzo, ha ottenuto il 47 per cento dei consensi. Ieri, il presidente Mugabe, per la prima volta dal voto, ha riconosciuto la sconfitta definendo l’esito delle urne “disastroso”. Sempre il 27 giugno, si terranno anche le elezioni suppletive nelle tre circoscrizioni dove non si è votato a causa della morte di alcuni dei candidati.

Italia-rifiuti
Nottata di disordini a Napoli dove oltre cento cumuli di immondizia sono stati dati alle fiamme. Sono cinquemila le tonnellate di rifiuti in città. A Castellammare di Stabia, i roghi hanno danneggiato l’illuminazione pubblica. Non sono mancati episodi di violenza nei confronti dei Vigili del fuoco, presi di mira da lanci di pietre. Intanto, sono stati rimossi i blocchi stradali improvvisati ieri, mentre il sindaco di Casoria ha minacciato di chiudere le scuole.

Italia-immigrati
Maxi-sbarco di clandestini a Lampedusa. Sono oltre 370, fra i quali 26 donne e 4 bambini, gli immigrati giunti nella notte sull’isola a bordo di un barcone partito dalla Libia. Ci sono stati momenti di paura quando l’imbarcazione, durante una manovra di attracco, ha rischiato di colpire la scogliera e urtato una motovedetta della Guardia di Finanza. Molti passeggeri si sono gettati in acqua per raggiungere la banchina. Ieri, sull’isola erano arrivate altre 70 persone. Il Centro di accoglienza di Lampedusa è al collasso: per fine maggio, è attesa la visita del ministro dell’Interno Maroni.

Corea del Nord-aiuti alimentari USA
La Corea del Nord ha salutato oggi la ripresa degli aiuti alimentari, 500 mila tonnellate l'anno, da parte degli Stati Uniti ritenendo che questa decisione promuova "la comprensione e la fiducia tra i popoli''. La distribuzione era stata sospesa nel gennaio 2006: solo ieri è stato annunciato l’accordo per riprenderla. Il mese scorso, il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (PAM) aveva ventilato, in mancanza di aiuti dall'estero, la possibilità di una tragedia umanitaria.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli e Virginia Volpe)


  Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 138

 
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