2008-05-17 09:54:02

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


Domani, Solennità della Santissima Trinità, la Liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù, rivolgendosi a Nicodèmo, afferma che “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui”. Quindi aggiunge:

Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio”.

 
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3


“Tutte le cose parlano della generazione del Figlio” afferma San Bonaventura (Coll. in Ex., XI, 21). Nell’atto eterno di generazione del Figlio Unigenito infatti il Padre comunica divinamente, senza riserva alcuna, senza trattenere nulla per sé, tutto se stesso.

 
Per questo, generando il Figlio, il Padre, come ci richiama san Giovanni della Croce, esprime e dona tutto: “Dal momento in cui ci ha donato il Figlio suo - scrive il dottore mistico - che è la Sua unica e definitiva Parola, ci ha dato tutto in una sola volta in questa sola Parola” (Salita al monte Carmelo, II, 22).

 
Il Mistero è grande, ma in che cosa consiste la festa?

 
Ce lo dice San Leone Magno: “Noi siamo resi partecipi della generazione di Cristo”, della Sua eterna generazione (Sermones, PL 54,193). Proprio così.

 
E Isacco della Stella spiega: “Divenuto perciò Figlio dell’uomo, ha fatto diventare figli di Dio molti ... ed essi, pur essendo molti per generazione carnale, sono con Lui uno solo per generazione divina” (Sermones, 51).







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