La gratitudine del Papa per l'impegno missionario ed ecumenico del Pontificio Collegio
Russicum a 80 anni dalla fondazione
“Sono qui per trasmettere l’espressione dei grati sentimenti del Santo Padre Benedetto
XVI nei confronti della Compagnia di Gesù e dei tanti professori e collaboratori che
in questo lungo lasso di tempo hanno contribuito a rendere il Russicum un vero ‘cenacolo”
di spiritualità e di arricchimento culturale’”: con queste parole, ieri sera, il cardinale
segretario di Stato Tarcisio Bertone si è rivolto a docenti ed alunni del Pontificio
Collegio Russicum, dove si sono aperte le manifestazioni celebrative per commemorare
la posa della prima pietra avvenuta ottanta anni fa, l’11 febbraio 1928. Il porporato,
che ha preso parte alla preghiera liturgica in rito bizantino slavo in onore di Santa
Teresa di Lisieux, ha portato alla comunità del Russicum il saluto e la benedizione
del Santo Padre.
“Egli segue con paterna benevolenza le vostre attività scientifiche,
pastorali e dottrinali e conosce bene il prezioso collegamento che il Collegio, pur
non ospitando un gran numero di alunni provenienti dalla Russia – ha aggiunto il cardinale
segretario di Stato – opera tra Roma, cuore del mondo cattolico, e la tradizione della
Russia cristiana”. Ricordando che fu Pio XI a porre il Collegio Russicum sotto la
speciale protezione di Santa Teresa del Bambino Gesù, Dottore della Chiesa e patrona
delle Missioni, il porporato ha esortato gli studenti a realizzare la vocazione missionaria
della religiosa di Lisieux “nel contesto specifico dei contatti con la Chiesa ortodossa
russa”. “Con il Concilio Vaticano II, e più in particolare con il decreto Unitatis
Redintegratio del 1964, si è aperta al riguardo una nuova stagione, carica di speranze
e di frutti. E’ la stagione del dialogo, dell’incontro fraterno – ha detto ancora
il cardinale Bertone – che favorisce l’ascolto e il rispetto reciproco, ponendo così
le basi per un promettente e fecondo cammino ecumenico”.
Ospitando studenti
dell’Europa centro-orientale, ha proseguito il porporato, il Collegio è “un luogo
dove si vive e si pratica quest’incontro fraterno, e dove si cresce nell’apertura
e nel rispetto reciproci, fondamento di ogni autentico dialogo ecumenico”. “Quanto
mai opportuno è l’orientamento che guida la formazione nel Collegio – ha affermato
il cardinale segretario di Stato – vostro obiettivo è infatti aiutare i futuri pastori
di anime, appartenenti a varie Chiese dell’Europa centro- orientale, ad assumere atteggiamenti
che favoriscano una effettiva collaborazione pastorale, culturale e caritativa costantemente
guidata dall’anelito all’unità. Ed in questo senso – ha concluso – il lavoro che voi
fate potrebbe assumere un valore “profetico”, vivamente incoraggiato dal Santo Padre.
Ma perché ciò avvenga … è importante acquisire una solida spiritualità”. (T.C.)