Emergenza in Myanmar per due milioni e mezzo di sfollati
Confermati i casi di colera in Myanmar, ma per l’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS) non si tratta di epidemia. Il numero dei malati, infatti, è in linea con i casi
registrati l’anno scorso nello stesso periodo. C’è tuttavia grande preoccupazione
per i 2,5 milioni di sopravvissuti al devastante passaggio del ciclone Nargis, che
versano in gravi condizioni. Il bilancio ufficiale delle vittime è fermo a 38.491,
mentre i dati della Croce Rossa parlano di 127.990. Dal canto suo il segretario generale
dell'ONU Ban Ki-moon ha dichiarato di voler inviare un ufficiale di alto rango in
Myanmar per affrontare la grave crisi che sta attraversando il Paese. Secondo un quotidiano
locale - riporta l’agenzia AsiaNews -, nella circoscrizione di South Dagon, le autorità
hanno ordinato a circa 2mila sfollati che hanno trovato riparo in monasteri, edifici
religiosi e scuole, di fare ritorno alle proprie case. O meglio: a ciò che è rimasto
delle loro case. Lo sgombero deve avvenire entro il 20 maggio perché ci sia grande
affluenza al referendum costituzionale, rimandato alla prossima settimana nelle zone
più colpite. Intanto l’arcivescovo di Yangon in Myanmar, mons. Charles Maung Bo, ha
fatto visita ad alcune sue parrocchie sollecitando l’aiuto in favore della popolazione.
Nel suo giro mons. Bo è stato accompagnato dall'arcivescovo di Mandalay, mons. Paul
Zinghtung Grawng, e dal coordinatore dei progetti dell’arcidiocesi di Yangon. Mons.
Bo ha incoraggiato i fedeli a rimanere uniti e a mostrare il proprio amore. L'arcivescovo
ha anche parlato di come la Chiesa si stia mobilitando per aiutarli attraverso gruppi
di assistenza organizzata come ad esempio le squadre di medici che stanno raggiungendo
le zone più colpite. Anche – afferma l’agenzia Sir - il Pontificio Istituto Missioni
Estere (PIME) si è mobilitato per il popolo del Myanmar. Presenti nel Paese da oltre
140 anni, i missionari stanno promuovendo una campagna di solidarietà chiamata, in
lingua birmana, “Sanamu mieta (simpatia e amore)”, che significa “Ti sono vicino con
amore”. Il PIME lancia quindi un appello “per portare sollievo alle popolazioni colpite
e per portare soccorso immediato con beni di prima necessità. Un testimone oculare
del disastro ha raccontato che la gente è disperata: con “prezzi alle stelle e assoluta
scarsità di cibo. Si diffondono notizie di violenze e saccheggi”. (V.V.)