Continua a salire il numero delle vittime del terribile terremoto in Cina. Il bilancio
ufficiale, diffuso dalle autorità di Pechino, parla di circa 19.500 vittime ma si
teme che possano essere 50 mila. Intanto è allarme igenico-sanitario: sono oltre 400
le riserve idriche a rischio, concentrate nell’area maggiormente colpita. Area in
cui il governo di Pechino ha mobilitato l’esercito e la popolazione civile, per portare
soccorsi. E non si arresta neppure la corsa agli aiuti internazionali. Le prime équipe
di "Medici senza Frontiere" hanno raggiunto la regione del Sichuan. Sulla situazione
che hanno trovato, sentiamo Stefano Manfredi di MSF-Italia, intervistato da
Salvatore Sabatino:
R. – Per
il momento sono entrate in Sichuan due équipe di Medici senza Frontiere, in due zone
ad un centinaio di chilometri da Chengdu e quindi molto vicino all’epicentro. Abbiamo
trovato naturalmente una situazione molto pesante. C’è una grande necessità di farmaci
e ripari per le persone che hanno perso le loro case. C’è bisogno di acqua potabile
e in generale di materiale medico.
D. – Voi parlate anche di moltissime
persone che sono ancora sepolte sotto le macerie…
R.
– Certamente, anche se non abbiamo indicazioni estremamente precise, perchè come ripeto
abbiamo due squadre in esplorazione per valutare quali siano i bisogni in alcune specifiche
località.
D. – Di cosa ha più bisogno in questo momento la popolazione
locale?
R. – Arriva lentamente materiale medico,
dato che moltissime farmacie e cliniche sono state distrutte, di conseguenza queste
cose non sono reperibili. Sicuramente tutte le condutture d’acqua potabile e i ripari
rappresentano in questo momento le prime necessità.