Speculazioni dietro il rialzo dei prezzi dei beni alimentari
“Secondo alcuni l'aumento dei prezzi dei cereali sarebbe dovuto alla crescita di domanda
nei Paesi emergenti più popolosi, alla produzione dei biocarburanti, alle variazioni
climatiche, ai sussidi economici garantiti alla produzione nei Paesi ricchi (..) In
realtà le cose non stanno esattamente così”. E’ quanto scrive il banchiere e docente
di etica della finanza alla “Cattolica” di Milano, Ettore Gotti Tedeschi, nel commento
su “L’Osservatore Romano” di ieri dal titolo “Se la ciotola di riso è quotata in Borsa”.
“Il prezzo dei beni alimentari – aggiunge Ettore Gotti Tedeschi - si direbbe piuttosto
influenzato da fenomeni speculativi avviati da investitori internazionali che, abbandonati
i prodotti finanziari senza più margine di profitto, hanno concentrato il loro interesse
sulle commodity, cioè su petrolio e alimentari”. “Secondo alcuni operatori specializzati
– spiega il docente di etica della finanza alla “Cattolica” di Milano - quasi il 70%
delle transazioni che hanno fatto crescere i prezzi del cibo sono finanziarie; si
è ‘finanziarizzato’ il bene agricolo creando un’altra bolla speculativa che potrebbe
esplodere fra alcuni mesi, come già è avvenuto per il settore immobiliare”. I prezzi
dei prodotti agricoli nel mondo – conclude - sono quindi decisi nelle Borse. Solo
per una parte più marginale la loro crescita è dovuta alla maggiore richiesta, ai
biocarburanti e agli interventi pubblici”. (A.L.)