Nella newsletter del centro Oasis, mons. Warduni parla del dramma iracheno
“L'Iraq è un inferno per tutti oggi” e “la realtà più dolorosa è la mancanza di sicurezza:
ognuno di noi vive nell'incertezza, non sa se a sera tornerà a casa vivo; c'è la continua
minaccia degli attentati e dei rapimenti”. Lo afferma mons. Shlemon Warduni, vescovo
ausiliare di Baghdad dei caldei, in un’intervista pubblicata sulla newsletter di maggio
di “Oasis”, centro internazionale di studi e ricerche (www.oasicenter.it).
Anche se è diminuito il numero dei cristiani in Iraq, mons. Warduni sottolinea che
i cristiani “restano quanto mai legati alla loro fede; io - osserva il presule - non
ho mai chiuso la mia chiesa e anzi posso testimoniare che tutte le chiese a Pasqua
erano piene”. “Sono convinto – aggiunge - che la guerra non risolva mai i problemi,
perché distrugge e non costruisce. Dicono che ora ci sia la democrazia in Iraq. Ma
girando per le strade delle nostre città, mi chiedo dove stia veramente questa democrazia”.
(A.L.)