2008-05-14 15:47:38

Myanmar: insufficienti gli aiuti per la popolazione colpita dal ciclone Nargis


Senza la creazione, al più presto, di un ponte aereo e marittimo per una veloce consegna degli aiuti, il Myanmar potrebbe affrontare una seconda catastrofe. E’ quanto denuncia l’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli aiuti umanitari sottolineando che la maggioranza della popolazione colpita dal ciclone Nargis non ha a disposizione abbastanza cibo, acqua potabile e medicinali. Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) dell’ONU ha reso noto di aver consegnato finora 361 tonnellate di derrate alimentari. Ma gli aiuti, finora dati dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni non governative, sono sufficienti per assistere solo 270 mila persone. Gli ultimi bilanci – ricorda l’agenzia Misna - presentano un quadro allarmante: la radio di Stato parla di oltre 34 mila morti. Secondo stime dell’ONU, invece, sarebbero circa 100 mila le vittime, un milione i dispersi e cinquecento mila le persone bisognose di aiuto. Si tratta di dati che si avvicinano a quelli drammatici dello tsunami che nel 2004 ha devastato il sud est asiatico. In quell’occasione erano morte oltre 230 mila persone. In Myanmar, intanto, nonostante le difficoltà e l’inaccessibilità di diverse zone, la rete internazionale della Caritas internationalis continua ad offrire il proprio prezioso contributo grazie anche all’azione di operatori volontari locali e di esperti internazionali. Si sta mettendo a punto, in particolare, un piano per gestire la prima fase dell’emergenza e per distribuire aiuti ad almeno 40 mila persone. Caritas italiana ha già avviato molti progetti nel Paese e stanziato 100 mila euro per l’attuale emergenza. Molto attiva anche la chiesa birmana. A Pathein il vescovo, mons. John Hsane Hgyi, con alcuni sacerdoti, ha formato un team che sta girando la zona per raccogliere gli sfollati e portarli nei due centri di accoglienza allestiti nei compound delle parrocchie di Kanazogon e Myaungmya. “Diamo loro cibo, medicine e finora siamo riusciti ad arrivare a mille persone”, riferisce una fonte locale all'Agenzia AsiaNews. E aggiunge: “Il prossimo obiettivo è riuscire a formare due gruppi di medici volontari che possano entrare nel territorio della diocesi e assistere i casi più urgenti; la gente e soprattutto i bambini muoiono di fame e colera e dissenteria hanno già fatto numerose vittime tra i più deboli”. L’arcidiocesi di Yangon, dal canto suo, ha istituto un comitato speciale per l’emergenza, il Myanmar Disaster Relief Committe, che comprende rappresentanti delle vittime, delle parrocchie e dei partner donatori. (A.L.)







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