Myanmar: insufficienti gli aiuti per la popolazione colpita dal ciclone Nargis
Senza la creazione, al più presto, di un ponte aereo e marittimo per una veloce consegna
degli aiuti, il Myanmar potrebbe affrontare una seconda catastrofe. E’ quanto denuncia
l’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli aiuti umanitari sottolineando
che la maggioranza della popolazione colpita dal ciclone Nargis non ha a disposizione
abbastanza cibo, acqua potabile e medicinali. Il Programma Alimentare Mondiale (PAM)
dell’ONU ha reso noto di aver consegnato finora 361 tonnellate di derrate alimentari.
Ma gli aiuti, finora dati dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni non governative,
sono sufficienti per assistere solo 270 mila persone. Gli ultimi bilanci – ricorda
l’agenzia Misna - presentano un quadro allarmante: la radio di Stato parla di oltre
34 mila morti. Secondo stime dell’ONU, invece, sarebbero circa 100 mila le vittime,
un milione i dispersi e cinquecento mila le persone bisognose di aiuto. Si tratta
di dati che si avvicinano a quelli drammatici dello tsunami che nel 2004 ha devastato
il sud est asiatico. In quell’occasione erano morte oltre 230 mila persone. In Myanmar,
intanto, nonostante le difficoltà e l’inaccessibilità di diverse zone, la rete internazionale
della Caritas internationalis continua ad offrire il proprio prezioso contributo grazie
anche all’azione di operatori volontari locali e di esperti internazionali. Si sta
mettendo a punto, in particolare, un piano per gestire la prima fase dell’emergenza
e per distribuire aiuti ad almeno 40 mila persone. Caritas italiana ha già avviato
molti progetti nel Paese e stanziato 100 mila euro per l’attuale emergenza. Molto
attiva anche la chiesa birmana. A Pathein il vescovo, mons. John Hsane Hgyi, con alcuni
sacerdoti, ha formato un team che sta girando la zona per raccogliere gli sfollati
e portarli nei due centri di accoglienza allestiti nei compound delle parrocchie di
Kanazogon e Myaungmya. “Diamo loro cibo, medicine e finora siamo riusciti ad arrivare
a mille persone”, riferisce una fonte locale all'Agenzia AsiaNews. E aggiunge: “Il
prossimo obiettivo è riuscire a formare due gruppi di medici volontari che possano
entrare nel territorio della diocesi e assistere i casi più urgenti; la gente e soprattutto
i bambini muoiono di fame e colera e dissenteria hanno già fatto numerose vittime
tra i più deboli”. L’arcidiocesi di Yangon, dal canto suo, ha istituto un comitato
speciale per l’emergenza, il Myanmar Disaster Relief Committe, che comprende rappresentanti
delle vittime, delle parrocchie e dei partner donatori. (A.L.)