2008-05-12 14:27:13

Rispetto, stima e collaborazione tra Santa Sede ed Israele: così il Papa nell’udienza al nuovo ambasciatore dello Stato ebraico, auspicando una pace giusta con i palestinesi


Parole di augurio per il futuro dello Stato ebraico e di buoni auspici per la pace con i Palestinesi, Benedetto XVI ha rivolto stamane al nuovo ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Mordechay Lewy, che ha presentato le sue Lettere credenziali, alla vigilia della celebrazione - il 14 maggio – del 60.mo anniversario della fondazione di Israele. Il servizio di Roberta Gisotti.RealAudioMP3


Ha ringraziato Dio, Benedetto XVI “perché le aspirazioni del popolo ebraico di avere una casa nella terra dei propri padri sono state realizzate”, sperando presto - ha aggiunto – “anche in una più grande gioia quando una pace giusta finalmente risolva il conflitto con i Palestinesi”. Ha ricordato il Papa le relazioni diplomatiche tra Israele e Santa Sede strette 15 anni fa, sottolineando il desiderio di sviluppare ancor più “il crescente rispetto, la stima e la collaborazione”, convinto che l’eredità giudeo-cristiana dovrebbe portare “a prendere la guida nel promuovere molte forme di azione sociale e umanitaria attraverso il mondo, non ultimo combattendo tutte le forme di discriminazione razziale”.

 
Ha rassicurato Benedetto XVI che “la Santa Sede riconosce la legittima necessità per la sicurezza e l’autodifesa” di Israele e “fortemente condanna tutte le forme di antisemitismo”. Ma “anche ritiene che tutti i popoli abbiano diritto ad avere eguali opportunità di prosperare”. Da qui l’appello urgente al Governo israeliano “di fare ogni sforzo per alleviare le privazioni sofferte dalla comunità palestinese, concedendo loro la libertà necessaria per occuparsi dei loro legittimi affari, incluso viaggiare nei luoghi di culto, cosicché anch’essi possano godere di una più grande pace e sicurezza”. “Chiaramente – ha osservato il Santo Padre – questi argomenti possono essere affrontati solo all’interno del più vasto contesto del processo di pace in Medio Oriente”. Da qui l’auspicio di Benedetto XVI perché “le speranze e le attese nate al vertice di Annapolis non vadano deluse”. Quando i popoli della Terra Santa – ha ribadito il Papa – vivranno in pace e armonia, in due Stati indipendenti e sovrani, il beneficio per la pace mondiale sarà inestimabile”.

 
Benedetto XVI ha poi segnalato “l’allarmante declino della popolazione cristiana” che emigra dal Medio Oriente, raccomandando al Governo israeliano di intervenire per risolvere anche le “continue incertezze” che patiscono i cristiani circa “i loro diritti e status legali, specialmente rispetto alla questioni dei visti per il personale ecclesiastico”, auspicando pure una “conclusione soddisfacente” dei negoziati sulle questioni economiche e fiscali, in corso con la Santa Sede. “Solo quando queste difficoltà saranno superate – ha detto infine il Papa – la Chiesa sarà grado di portare avanti liberamente la propria missione religiosa, educativa, morale e caritativa nella terra dove essa è nata”.







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