2008-05-12 11:28:24

Fiera del Libro di Torino: la testimonianza di padre Faltas, parroco a Gerusalemme


Sono diversi i meeting a carattere religioso succedutisi in questi giorni alla Fiera del Libro di Torino, che si conclude oggi. Sabato scorso - promosso da Comunicazioni sociali-Cattedra del dialogo del Piemonte - si è svolto l’incontro intitolato “Ebrei, cristiani e musulmani al lavoro per la pace in Terra Santa”. Tra i partecipanti, c’era anche padre Ibrahim Faltas, parroco a Gerusalemme, che ha sottolineato la collaborazione esistente tra i rappresentanti delle tre religioni monoteistiche nella Città Santa. Alessandro De Carolis lo ha intervistato:RealAudioMP3


R. – Ci sono tante, tante iniziative positive tra cristiani, musulmani, ebrei. In Terra Santa non è solo come si vede sempre in televisione: guerra, violenza, scontri... Noi portiamo avanti progetti di educazione alla pace. Abbiamo portato giovani palestinesi e israeliani in Giappone, in Italia e in America. E’ sicuramente un progetto che sta andando molto bene e vogliamo dire a tutti che si può “fare la pace”. In questi giovani, quando si incontrano, c’è un primo momento di timore, ma poi diventano veramente amici. E questo aiuta, perchè se noi vogliamo un futuro migliore di quello che stiamo vivendo adesso, bisogna educarci alla pace, educare i bambini alla pace. E’ questo ciò che stiamo facendo ed è questo che vogliamo dire a tutti coloro che sono qui a Torino.

D. – Parlando della comunità cattolico-cristiana a Gerusalemme, qual è attualmente la situazione che state vivendo?

 
R. - Adesso la situazione è più calma. Grazie a Dio, al momento non c’è emigrazione né persone in fuga. La gente non scappa dalla Terra Santa. Anche i pellegrinaggi vanno bene: come sapete, il 90 per cento dei cristiani lavora nel settore del turismo. Con il turismo la gente sta bene e lavora. Certo, tanti devono pensare all’affitto delle case, che è diventato veramente molto caro: si comincia da mille dollari al mese per l’affitto di una casa, fino a 3000 dollari al mese. Con i pellegrini e i turisti, però, la gente sta meglio. Non è come prima, come è accaduto dal 2000 fino al 2005, quando qui non veniva nessuno, la gente era disoccupata e in molti se ne andavano. Tremila persone sono andate via dalla mia parrocchia.

D. – Mi sembra di capire che migliorando la situazione è migliorata anche la speranza per un futuro di pace reale in Terra Santa...

 
R. – Certo, noi dobbiamo aver sempre speranza prima di tutto nel Signore, che ci dia la forza, perché vivere in Terra Santa è una sfida, non è facile. E speriamo che quando tra poco verrà il presidente americano Bush in Terra Santa si riesca a fare un accordo tra palestinesi e israeliani.







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