2008-05-10 14:37:53

Morti e violenze in Libano. Il governo accusa Hezbollah: è un golpe


Beirut e il Libano continuano ad essere teatro di sanguinosi combattimenti tra esercito regolare e milizie Hezbollah. Nella capitale sei persone sono morte in seguito a violenze scoppiate nel corso di un funerale sunnita. Sul versante politico, il premier Fuad Siniora ha assicurato alla popolazione di Beirut che il Libano “non cadrà nelle mani di coloro che stanno attuando un colpo di Stato”. Il primo ministro ha anche aggiunto che l'esercito interverrà a Beirut per restaurare l'ordine. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3


In Libano si intrecciano notizie di drammatici scontri con accorati appelli per la pace: è salito ad almeno 29 morti il bilancio dei combattimenti tra Hezbollah e soldati. A Beirut sono previste oggi due manifestazioni per chiedere la fine delle violenze e il ritorno alla normalità. Ma la situazione resta tesa: la parte occidentale della capitale, presidiata ieri da uomini del movimento sciita, è adesso sotto il controllo dell’esercito. Sul versante politico, il governo libanese ha accusato il movimento Hezbollah di aver messo in atto un colpo di Stato contro la Costituzione e le risoluzioni dell'ONU. L’Unione Europea ha poi manifestato pieno appoggio al governo del Libano e al suo primo ministro. Gli Stati Uniti condannano inoltre il ricorso alla violenza da parte dei gruppi armati illegittimi e chiedono alle parti in causa di rispettare lo stato di diritto. Ma, soprattutto, l’amministrazione americana esorta Iran e Siria a porre fine all’appoggio agli Hezbollah. La crisi nel Paese dei Cedri si è innescata nei giorni scorsi quando il governo libanese ha ordinato la chiusura della rete di telecomunicazioni gestita dagli Hezbollah e rimosso il capo della sicurezza dell’aeroporto di Beirut, ritenuto vicino al movimento sciita.

In questo momento il Libano è un Paese paralizzato. L’aeroporto internazionale di Beirut è chiuso ed il porto della capitale ha cessato le attività. Sulla situazione del Paese dei cedri ascoltiamo al microfono di Luca Collodi, il vescovo maronita di Baalbek, mons. Simon Atallah, rimasto bloccato a Parigi dopo la chiusura dell’aeroporto di Beirut:RealAudioMP3


E’ tragica e triste nello stesso momento. Però noi offriamo tutto questo al Signore perchè questi sacrifici portino frutti. Perché portino un’intesa tra questi partiti libanesi e, soprattutto, una pace duratura. Ne abbiamo abbastanza: in tutta la nostra vita abbiamo sofferto a causa delle guerre. La pace è un diritto dell’uomo: dove sono quelli che lottano per i diritti dell’uomo? Che peccato ha commesso questo popolo per dover pagare così a lungo con queste guerre? Ci sono delle forze straniere che soffiano sul fuoco di Beirut: di questo siamo convinti anche noi.

 
Mons. Atallah, avete ancora la speranza che il Libano possa diventare un Paese normale?

 Malgrado tutto, noi nutriamo la speranza che alla fine possa vincere la ragione. Ho accolto con gioia l’appello del Papa per chiedere di pregare per il Libano. Spero che soprattutto molti dirigenti trovino accordi e rispondano all’appello del Santo Padre a sentirsi responsabili della pace per il Libano e in Libano. Per questo, auspico che questi dirigenti non soffino sul fuoco ma ispirino fiducia e comunichino la vita a questo popolo così ferito nella sua dignità.







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