2008-05-10 15:28:23

La denuncia dell'arcivescovo di Perugia contro i call center italiani


L’arcivescovo di Perugia Giuseppe Chiaretti in un recente intervento ha preso posizione contro i call center che – ha affermato – “organizzano campagne promozionali avvalendosi anche di un precariato senza regole”. Il fenomeno, emerso da tempo a livello nazionale, è stato confermato da un’indagine sindacale che valutava il volume d’affari dei call center in almeno 4 milioni di euro nel 2004. Il presule ha sottolineato lo sfruttamento dei lavoratori di queste strutture. Si tratta spesso di giovani o donne senza altre possibilità di lavoro, impegnati nella vendita di servizi “truffaldini” come i codici 899 basati anche sulle debolezze dei fruitori. In particolare – ha osservato mons. Chiaretti – “attraverso la cartomanzia, la magia ed altro, molti call center sfruttano la disperazione, la malattia, la solitudine di tante persone che telefonano per consigli sulla propria vita e, venendo trattenute molto, devono pagare telefonate dai costi altissimi”. Sulla riflessione dell’arcivescovo è intervenuto Francesco Ferroni della segreteria UST-CISL di Perugia che ha puntato il dito contro la “mancanza di una adeguata legge in materia” invocando provvedimenti che dividano la parte “truffaldina del mondo dei call center” dalle attività lavorative legali. (E. B.)







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