2008-05-09 13:16:47

"Lo Spirito può aprire porte che sono chiuse": così il Papa nell’incontro in Vaticano con Karekin II. Importanti progressi nel dialogo tra cattolici e armeni apostolici


Aprire i cuori allo Spirito di comunione per rinsaldare i vincoli di unità tra i cristiani: è l’esortazione di Benedetto XVI levata stamani in occasione dell’udienza al Patriarca e Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II. Il Papa ha presieduto, in Sala Clementina, la celebrazione ecumenica dell’ora media con la partecipazione di Karekin II assieme ad una delegazione di vescovi e fedeli armeni. Alla celebrazione, caratterizzata dall’alternanza delle preghiere in latino e in armeno, ha preso parte anche il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

(canti)

 
Lo Spirito Santo “può aprire delle porte che sono chiuse, ispirare parole che sono state dimenticate, saldare relazioni che erano state spezzate”. Prendendo spunto dall’imminente solennità della Pentecoste, Benedetto XVI ha rammentato che lo Spirito Santo ha riunito in una singola voce, per professare la fede, le tante lingue della gente riunita in Gerusalemme. “Il cammino verso la restaurazione di una piena e visibile comunione tra tutti i cristiani può sembrare lunga e ardua”, ha rilevato. “Molto – ha aggiunto – resta da fare per sanare le profonde e dolorose divisioni che sfigurano il Corpo di Cristo”. Tuttavia, è stata la sua riflessione, lo Spirito Santo “continua a guidare la Chiesa in modi sorprendenti e spesso inaspettati”. Se i nostri cuori e le nostre menti, ha esortato, “sono aperti allo Spirito di comunione, Dio può fare nuovamente miracoli nella Chiesa, rinsaldando i legami dell’unità”.

 
“In our ecumenical dialogue…”
“Nel nostro cammino ecumenico – ha proseguito – sono stati compiuti importanti progressi nel chiarire le controversie dottrinali che ci hanno diviso, soprattutto sulle questioni di Cristologia”. Di qui, l’auspicio che la Commissione congiunta per il dialogo teologico con le Chiese ortodosse, di cui è membro anche quella Apostolica armena, possa portare ad una “piena e visibile comunione” e possa arrivare il giorno in cui “la nostra unità nella fede renderà possibile una comune celebrazione dell’Eucaristia”. Impegnarsi per l’unità cristiana, ha aggiunto, “è un atto di fiducia obbediente nell’opera dello Spirito Santo che conduce la Chiesa alla piena realizzazione del programma di Dio, in conformità con la volontà di Cristo”.

 
“The recent history of the Armenian Apostolic Church…”
Benedetto XVI si è poi soffermato sulla storia recente della Chiesa apostolica armena, che, ha costatato, “è stata scritta nei colori contrastanti della persecuzione e del martirio, dell’oscurità e della speranza, dell’umiliazione e della rinascita spirituale”. Per questo, ha proseguito, la ritrovata libertà della Chiesa in Armenia è stata una “fonte di gioia per tutti noi”. Il Papa ha elogiato “gli straordinari risultati pastorali conseguiti in così breve tempo, in Armenia come all’estero”, soprattutto considerando la vastità dell’impegno di “ricostruzione della Chiesa” portato avanti da Karekin II. Il Pontefice ha elencato alcune delle sfide affrontate in questi anni dalla Chiesa apostolica armena: l’educazione delle nuove generazioni, la formazione del clero, la costruzione di chiese e centri comunitari, l’assistenza caritatevole a quanti sono nel bisogno, la promozione dei valori cristiani.

 
“Thanks to your pastoral leadership…”
“Grazie alla sua guida pastorale – è stato l’elogio del Papa a Karekin II – la gloriosa luce di Cristo splende di nuovo sull’Armenia e possono nuovamente udirsi le parole salvifiche del Vangelo”. Benedetto XVI ha ricordato le cordiali relazioni dei Catholicos Vasken I e Karekin I con Paolo VI e Giovanni Paolo II. Il loro impegno per l’unità cristiana, ha evidenziato il Papa, ha aperto una nuova era di rapporti tra la Chiesa apostolica armena e quella cattolica. Il Papa ha menzionato le “recenti difficoltà sofferte dal popolo armeno” ed ha concluso il suo discorso rinnovando il sostegno della Chiesa cattolica “nella ricerca della pace, della giustizia e del bene comune”.

(canti)

 Dal canto suo, Karekin II ha invitato Benedetto XVI, anche a nome del presidente della Repubblica, a visitare l’Armenia, come già fece Giovanni Paolo II nel 2001. Ha poi ribadito l’importanza dell’unità dei cristiani specie in un mondo globalizzato nel quale va diminuendo il rispetto della vita e dell’uomo come anche l’amore per il Signore. Il Catholicos di tutti gli armeni ha ricordato l’esortazione di Benedetto XVI, nel suo recente viaggio negli Stati Uniti, ad intraprendere la strada del dialogo e della pace piuttosto che quella del confronto e della violenza. Ed ha sottolineato che per meglio difendere i diritti dell’uomo e promuovere la pace vanno consolidati i legami tra le Chiese cristiane.

 
(parole in armeno)

 
In tale contesto, Karekin II ha incoraggiato il dialogo in corso tra la Chiesa Cattolica e la famiglia delle Chiese ortodosse orientali. Ed ha ringraziato il Papa per la sua cura nel rafforzare la conoscenza e la comprensione dei fondamenti del Cristianesimo in modo che le future generazioni siano testimoni di Cristo con uno spirito rinnovato. Nel suo discorso, il Patriarca di tutti gli Armeni ha inoltre auspicato che venga riconosciuta internazionalmente l’autodeterminazione della Repubblica del Nagorno Karabakh.







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