"Lo Spirito può aprire porte che sono chiuse": così il Papa nell’incontro in Vaticano
con Karekin II. Importanti progressi nel dialogo tra cattolici e armeni apostolici
Aprire i cuori allo Spirito di comunione per rinsaldare i vincoli di unità tra i cristiani:
è l’esortazione di Benedetto XVI levata stamani in occasione dell’udienza al Patriarca
e Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II. Il Papa ha presieduto, in Sala Clementina,
la celebrazione ecumenica dell’ora media con la partecipazione di Karekin II assieme
ad una delegazione di vescovi e fedeli armeni. Alla celebrazione, caratterizzata dall’alternanza
delle preghiere in latino e in armeno, ha preso parte anche il cardinale Walter Kasper,
presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Il
servizio di Alessandro Gisotti:
(canti)
Lo
Spirito Santo “può aprire delle porte che sono chiuse, ispirare parole che sono state
dimenticate, saldare relazioni che erano state spezzate”. Prendendo spunto dall’imminente
solennità della Pentecoste, Benedetto XVI ha rammentato che lo Spirito Santo ha riunito
in una singola voce, per professare la fede, le tante lingue della gente riunita in
Gerusalemme. “Il cammino verso la restaurazione di una piena e visibile comunione
tra tutti i cristiani può sembrare lunga e ardua”, ha rilevato. “Molto – ha aggiunto
– resta da fare per sanare le profonde e dolorose divisioni che sfigurano il Corpo
di Cristo”. Tuttavia, è stata la sua riflessione, lo Spirito Santo “continua a guidare
la Chiesa in modi sorprendenti e spesso inaspettati”. Se i nostri cuori e le nostre
menti, ha esortato, “sono aperti allo Spirito di comunione, Dio può fare nuovamente
miracoli nella Chiesa, rinsaldando i legami dell’unità”.
“In
our ecumenical dialogue…” “Nel nostro cammino ecumenico – ha proseguito
– sono stati compiuti importanti progressi nel chiarire le controversie dottrinali
che ci hanno diviso, soprattutto sulle questioni di Cristologia”. Di qui, l’auspicio
che la Commissione congiunta per il dialogo teologico con le Chiese ortodosse, di
cui è membro anche quella Apostolica armena, possa portare ad una “piena e visibile
comunione” e possa arrivare il giorno in cui “la nostra unità nella fede renderà possibile
una comune celebrazione dell’Eucaristia”. Impegnarsi per l’unità cristiana, ha aggiunto,
“è un atto di fiducia obbediente nell’opera dello Spirito Santo che conduce la Chiesa
alla piena realizzazione del programma di Dio, in conformità con la volontà di Cristo”.
“The recent history of the Armenian Apostolic
Church…” Benedetto XVI si è poi soffermato sulla storia recente della
Chiesa apostolica armena, che, ha costatato, “è stata scritta nei colori contrastanti
della persecuzione e del martirio, dell’oscurità e della speranza, dell’umiliazione
e della rinascita spirituale”. Per questo, ha proseguito, la ritrovata libertà della
Chiesa in Armenia è stata una “fonte di gioia per tutti noi”. Il Papa ha elogiato
“gli straordinari risultati pastorali conseguiti in così breve tempo, in Armenia come
all’estero”, soprattutto considerando la vastità dell’impegno di “ricostruzione della
Chiesa” portato avanti da Karekin II. Il Pontefice ha elencato alcune delle sfide
affrontate in questi anni dalla Chiesa apostolica armena: l’educazione delle nuove
generazioni, la formazione del clero, la costruzione di chiese e centri comunitari,
l’assistenza caritatevole a quanti sono nel bisogno, la promozione dei valori cristiani.
“Thanks to your pastoral leadership…” “Grazie
alla sua guida pastorale – è stato l’elogio del Papa a Karekin II – la gloriosa luce
di Cristo splende di nuovo sull’Armenia e possono nuovamente udirsi le parole salvifiche
del Vangelo”.Benedetto XVI ha ricordato le cordiali relazioni dei Catholicos
Vasken I e Karekin I con Paolo VI e Giovanni Paolo II. Il loro impegno per l’unità
cristiana, ha evidenziato il Papa, ha aperto una nuova era di rapporti tra la Chiesa
apostolica armena e quella cattolica. Il Papa ha menzionato le “recenti difficoltà
sofferte dal popolo armeno” ed ha concluso il suo discorso rinnovando il sostegno
della Chiesa cattolica “nella ricerca della pace, della giustizia e del bene comune”.
(canti)
Dal canto suo, Karekin II ha invitato
Benedetto XVI, anche a nome del presidente della Repubblica, a visitare l’Armenia,
come già fece Giovanni Paolo II nel 2001. Ha poi ribadito l’importanza dell’unità
dei cristiani specie in un mondo globalizzato nel quale va diminuendo il rispetto
della vita e dell’uomo come anche l’amore per il Signore. Il Catholicos di tutti gli
armeni ha ricordato l’esortazione di Benedetto XVI, nel suo recente viaggio negli
Stati Uniti, ad intraprendere la strada del dialogo e della pace piuttosto che quella
del confronto e della violenza. Ed ha sottolineato che per meglio difendere i diritti
dell’uomo e promuovere la pace vanno consolidati i legami tra le Chiese cristiane.
(parole
in armeno) In tale contesto, Karekin
II ha incoraggiato il dialogo in corso tra la Chiesa Cattolica e la famiglia delle
Chiese ortodosse orientali. Ed ha ringraziato il Papa per la sua cura nel rafforzare
la conoscenza e la comprensione dei fondamenti del Cristianesimo in modo che le future
generazioni siano testimoni di Cristo con uno spirito rinnovato. Nel suo discorso,
il Patriarca di tutti gli Armeni ha inoltre auspicato che venga riconosciuta internazionalmente
l’autodeterminazione della Repubblica del Nagorno Karabakh.