Alla Lateranense convegno sull’Humanae Vitae, a 40 anni dalla promulgazione dell’Enciclica
di Paolo VI
“Nessuno può venir meno ai principi fondamentali iscritti nella natura, che non è
una invenzione cattolica ma una realtà che ci precede, ci accompagna e ci seguirà
nonostante i tentativi di umiliarla, ferirla e distruggerla”. Lo ha detto il rettore
della Pontificia Università Lateranense, mons. Rino Fisichella, aprendo ieri il convegno
organizzato dall’ateneo sull’enciclica Humanae Vitae di Papa Paolo VI, pubblicata
40 anni fa. Partendo dal tema “Custodi e interpreti della vita”, si sono prese in
esame le norme della legge naturale. Sono stati anche sottolineati i dettami insopprimibili
della coscienza sul rispetto della vita: “Non ci sarà un futuro autentico per le nuove
generazioni – ha detto mons. Rino Fisichella – se non saremo capaci di consegnare
loro una ricchezza di cultura che pone la natura come un patrimonio comune”. Il direttore
de “L'Osservatore Romano”, Giovanni Maria Vian, ha poi sottolineato che l’enciclica
Humanae Vitae è diventata oggi di nuova e “più urgente attualità per le ferite inferte
da pubbliche legislazioni alla santità indissolubile del vincolo matrimoniale e alla
intangibilità della vita umana fin dal seno materno”. Nella sessione pomeridiana,
la professoressa norvegese Janne Haaland Matlary ha poi messo in luce le contraddizioni
e l’irrazionalità di quella che ha definito “dittatura del relativismo”. Lo psichiatra
Claudio Risè ha quindi evidenziato come si sia smarrito il senso del rapporto tra
uomo e donna. Oltre all’attualità, è stata anche sottolineata la “profonda lungimiranza”
dell’enciclica Humanae Vitae. Sono trascorsi quasi 40 anni dalla sua pubblicazione,
il 25 luglio del 1968, ma quel documento – scrive il quotidiano della CEI, ‘Avvenire’
– offre ancora “lo spunto per rileggere i principi della morale cristiana in tema
di sessualità coniugale e di regolazione delle nascite, con la promozione dei ‘metodi
naturali’; tali metodi sono, secondo l’enciclica, la prova di amore vero e integralmente
onesto”. (A.L.)