Il cardinale Bertone presiede la Supplica alla Vergine del Rosario nel Santuario di
Pompei
Un centro di spiritualità mariana e di promozione umana generosa. Sono le parole di
apprezzamento con le quali il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha
definito il Santuario Mariano di Pompei. Nella festa odierna della Beata Vergine del
Rosario, il porporato ha presieduto la Santa Messa sul sagrato del Santuario campano,
culminata con la recita della Supplica alla Vergine, e ha portato il saluto di Benedetto
XVI alle migliaia di persone presenti. La cronaca della celebrazione nel servizio
di Alessandro De Carolis:
(Parole
Supplica)
Il portale del Santuario di Pompei, illuminato
dal sole, esprime ciò che il Beato Bartolo Longo - il compositore della celebre Supplica
mariana che ha unito questa mattina i cuori di milioni di pellegrini da New York a
Sydney - volle esprimere con l’intuizione e i versi di 125 anni fa: la pace per tutto
il mondo, custodito dall’abbraccio materno della Madonna.
(parole
Supplica)
Sul davanti di quel portale, e con alle spalle
l’immagine della Madonna del Rosario, il cardinale Bertone ha presieduto la Messa
davanti a oltre 30 mila pellegrini, giunti in pullman, in treno e anche a piedi per
unirsi in preghiera ai piedi della Vergine e, idealmente, con Benedetto XVI il quale
- ha ricordato all’omelia il cardinale Bertone - è erede di una tradizione iniziata
98 anni fa, quando Benedetto XV e la Curia Romana si fermarono a mezzogiorno dell’8
maggio 1915 per recitare, per la prima volta in Vaticano, la Supplica alla Vergine
di Pompei:
“Anche ieri sera, dopo il Concerto della
Filarmonica cinese di Pechino e del Coro di Shangai alla presenza del Papa, il Papa
- uscendo dall’Aula Paolo VI - mi ha detto: ‘Vado alla Grotta di Lourdes’, ed è andato
nei Giardini Vaticani a recitare il Santo Rosario”.
Il
cardinale Bertone ha affermato che l’“autentica devozione mariana” e il “generoso
impegno di promozione umana sono ancora oggi i poli dinamici” del Santuario mariano
di Pompei. Una solidarietà praticamente ininterrotta, che ha portato in oltre un secolo
alla creazione di numerosissime opere di aiuto e assistenza, sull’esempio del Beato
Bartolo Longo, del quale l’arcivescovo prelato di Pompei, Carlo Liberati, ha ricordato
all’inizio della Messa la carica straordinaria del suo amore per i poveri, le famiglie
disagiate e soprattutto i bambini, dei quali egli divenne educatore sullo stile di
Don Bosco:
“In un secolo di storia e della nostra
intensa fatica educativa, qui a Pompei, sono stati educati ed accolti non meno di
50 mila bambini e bambine, figli e figlie dei carcerati, gli orfani di tutte le disgrazie
familiari (…) Così anche abbiamo fondato la Comunità Incontro, per il recupero dalle
droghe da cui siamo circondati, e dall’alcol. Non possiamo arrenderci alla tristezza
dei tempi, ma fiduciosi in Dio e sull’esempio della Vergine Santissima cerchiamo di
essere i cantori della vita e costruttori di storia”.
L’omelia,
incentrata inizialmente sul Vangelo dell’Annunciazione letto in precedenza, ha portato
anche il segretario di Stato a riflettere sul quello che ha definito un “complesso
armonico di opere sociali” che traducono “l'amore verso Maria in amore concreto verso
i fratelli”. Dunque, ha auspicato il cardinale Bertone:
“Facciamo
in modo che la nostra preghiera assidua e concorde salga al Cielo come in una cordata
tenuta salda dalle mani di Maria, Regina della pace e del perdono, che annoda le necessità
di ciascuno e porta benefici estesi a tutti, perché tutti siamo un Corpo solo in Cristo,
tutti una sola famiglia, un solo popolo cristiano”.
Poco
prima di terminare l’omelia, il cardinale Bertone ha voluto ricordare l’affetto da
sempre nutrito da Benedetto XVI per la preghiera mariana dell’8 maggio, fin da quando,
nelle vesti di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, si fermava
in preghiera ad ogni ricorrenza insieme con i suoi collaboratori. Ed ha concluso portando
alla folla l’abbraccio del Pontefice: “A tutti e a ciascuno
ho il piacere di trasmettere il saluto e la benedizione del Santo Padre, Benedetto
XVI”. (applausi)