2008-05-07 11:29:17

Il cardinale Pell parla di “pulizia etnica” per i cristiani in Iraq


I cristiani in Iraq, dove abitano da prima della diffusione dell’islam, "stanno subendo una sistematica campagna terroristica” ma le forze dell’ordine non riescono ad assicurare un’adeguata cornice di sicurezza. E’ quanto scrive il cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney, definendo disastrosa la situazione dei cristiani iracheni. Tra i molteplici drammi, il porporato ricorda l’uccisione dell’arcivescovo caldeo di Mossul Paul Faraj Rahho, trovato morto lo scorso 12 marzo, e l’assassinio di padre Ragheed Ganni insieme con tre diaconi nel mese di giugno. Il cardinale nel documento diffuso dal sito www.ankawa.com e ripreso dal Sir, sottolinea anche altre laceranti ferite, quali la distruzione di chiese e l’obbligo per i cristiani di pagare "tasse" per ricevere protezione. In questo contesto, la fuga di molte famiglie cristiane dal Medio Oriente – aggiunge l’arcivescovo di Sydney – è un altro esempio di “pulizia etnica”. L’attuale tragedia irachena – osserva il cardinale George Pell – è la conseguenza di una guerra che “non ha giustificazioni morali”. L’Iraq di Saddam Hussein – sottolinea infatti il porporato – “non aveva armi chimiche illegali e non stava sostenendo il terrorismo internazionale”. Dopo il conflitto – spiega il cardinale - la situazione interna del Paese arabo è sprofondata anche a causa di violenze condotte da fazioni islamiche. Nonostante questo, i cristiani in Iraq continuano comunque ad offrire una forte testimonianza di fede: tra questi, in particolare, alcuni giovani iracheni attendono con trepidazione di partecipare alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Sydney dal 15 al 20 luglio prossimi. (A cura di Amedeo Lomonaco)RealAudioMP3







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