Il cardinale Bertone presiede la Supplica nel Santuario della Madonna del Rosario
di Pompei
Domani mattina decine di migliaia di fedeli, com’è tradizione da oltre un secolo,
si raduneranno presso il Santuario della Madonna del Rosario di Pompei per la recita,
a mezzogiorno, della Supplica a Maria. La preghiera è stata scritta dal fondatore
del Santuario, il Beato Bartolo Longo, nel 1883. Quest’anno la Supplica sarà guidata
dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone al termine di una Santa Messa da
lui presieduta. Sul significato della Supplica ascoltiamo l’arcivescovo prelato
di Pompei, Carlo Liberati, intervistato da Federico Piana:
R. –
Questa preghiera, tra le più belle che esistono nel panorama intenso delle elevazioni
che facciamo a Maria nella Chiesa cattolica è notissima. Da Pompei sale la supplica
alla Regina delle Vittorie - come la chiamava il Beato Bartolo Longo - alla Madre
del Signore Nostro, a Colei che ci è stata lasciata da Cristo, sotto la Croce, come
modello di fede, come mamma che ci prende per mano nelle traversie, nelle difficoltà
e nei problemi della vita e ci porta ogni giorno al Signore. A questo punto vorrei
ricordare la frase di un santo innamorato della Madonna, San Luigi Maria Grignon
de Montfort, che nel suo Trattato della vera devozione, dice con una espressione
bellissima: “Quando tu dici Maria e la invochi, Lei ti risponde Gesù, ti porta il
Signore, perchè è nata per questo, è stata scelta per questo, non sa fare che questo:
portarti la grazia di Dio”. Ora noi, attraverso la Supplica portiamo il Signore attraverso
Maria a tutto il mondo, a tutta la Chiesa.
D. –
Questa invocazione è ricca di contenuti, ma soprattutto profetica per l’epoca in cui
è stata scritta…
R. – Mentre Bartolo Longo scriveva
la Supplica, Papa Leone XIII, il 1° settembre del 1883, aveva lanciato al mondo l’Enciclica
Supremi Apostolatus Officio, con la quale invitava tutta la Chiesa cattolica
a recitare il Santo Rosario come strumento sicuro del conseguimento del bene spirituale
della società e della Chiesa, travagliata da gravi calamità e che Bartolo Longo chiamava
la Supplica, “L’ora del mondo”, e cioè l’ora in cui, attraverso la preghiera alla
Vergine Santissima, tutto il mondo è invitato a rivolgersi a Dio per ottenere l’unità
della famiglia, la crescita spirituale dei giovani nella scuola, perchè siano punto
di riferimento, che non ci sono più, se vogliamo costruire, in un amore rinnovato,
la pace della famiglia e la pace delle nazioni. Questa preghiera viene oggi celebrata
da New York a Buenos Aires, da Toronto a Sydney, da Johannesburg a Caracas e in modo
particolarissimo qui in Campania, dove le afflizioni sono ripetute, come vediamo dai
TG di tutto il mondo.
D. - Afflizioni e problemi
che la Chiesa come può aiutare a cancellare?
R.
- Fare in modo che la Chiesa sia un punto di riferimento, di amore, di giustizia e
di pace, perchè questo è il Regno di Dio sulla terra. Il Signore ci ha chiamati ad
evangelizzare il mondo e a portarlo a quella dimensione umana che, di per sé, noi
chiamiamo santità, perchè lo possiamo fare solo per opera e con la genialità dello
Spirito Santo. Ma dobbiamo essere disponibili a questo impegno di amore. C’è troppa
gente - ed anche qui in Campania – rassegnata, avvilita, stanca, dispersa, offesa.
Dalla Campania sono usciti, lo scorso anno, 280 mila giovani che sono andati a cercare
lavoro nelle altre regioni di Italia, in Europa e nel mondo. No, questo esodo e questa
fuga debbono cessare! Dobbiamo trovare ragioni di rispetto, dobbiamo costruire nell’amore
la giustizia e la pace.