Raid israeliano a nord di Gaza e disordini in Cisgiordania
Un miliziano di Hamas è rimasto ucciso e tre suoi compagni sono stati feriti la scorsa
notte in un raid aereo israeliano condotto nella zona di Beit Lahya, a nord di Gaza.
Nel villaggio cisgiordano di Qabatya, presso Jenin, invece, un palestinese di 21 anni
è rimasto ferito in modo grave da un proiettile alla testa, durante disordini divampati
mentre agenti dell'ANP cercavano di imporre l'ordine mediante la istituzione di posti
di blocco. Il servizio di Fausta Speranza:
Nel contesto
della sistematica dislocazione di forze dell'ANP nelle principali città cisgiordane
nei giorni scorsi centinaia di agenti palestinesi hanno raggiunto Jenin. Oggi, nel
villaggio di Qabatya, sono stati attaccati da miliziani armati. Intanto, in Israele
la polizia prosegue con alacrità le indagini sul premier Ehud Olmert: potrebbe essere
nuovamente interrogato nei prossimi giorni dopo aver risposto alle domande degli investigatori
venerdì scorso. Nel frattempo però sembra proprio che il suo partito "Kadima" stia
discutendo la sua successione. Sulla consistenza dei sospetti di scandali finanziari
che gravano su Olmert viene mantenuto in Israele il massimo riserbo, anche se ormai
dettagli sono trapelati su Internet. La polizia ha aperto un’inchiesta nei confronti
del quotidiano Yediot Ahronot che venerdì, malgrado la secretazione delle indagini,
ha pubblicato indiscrezioni. Le indagini si sono estese anche a figure vicine ad Olmert
fra cui la sua collaboratrice Shula Zaken e l'avvocato Uri Messer.
Iraq Quattro
poliziotti iracheni uccisi e altri due feriti in un attacco armato stamane nella parte
Est di Mossul (400 km a Nord di Baghdad). Intanto, l'esercito americano ha annunciato
che ritirerà presto 3.500 soldati che erano stati inviati in Iraq nell'ambito di un
rafforzamento delle truppe USA deciso, nel febbraio dello scorso anno, per far fronte
all'inasprirsi delle violenze nel Paese arabo.
Pakistan Un poliziotto
e due civili sono stati uccisi oggi in un attentato suicida a un posto di controllo
della polizia nel nord ovest del Pakistan, nei pressi delle zone tribali dove operano
combattenti integralisti islamici vicini ai talebani e al Qaeda. Lo hanno riferito
le forze armate pachistane. L'attacco giunge mentre il Paese conosce un periodo di
relativa calma, dopo l'ondata di attentati che ha fatto quasi 1.100 morti in quasi
un anno e mezzo, e mentre il nuovo governo cerca di negoziare un accordo di pace con
i combattenti integralisti. L'attentato ha colpito un gruppo di poliziotti che perquisivano
veicoli a un posto di blocco alla periferia della città di Bannu, nella provincia
della frontiera di Nord Ovest (NWFP), vicino al confine con l'Afghanistan. “Un kamikaze
è arrivato a bordo di un rickshaw (una moto taxi a tre ruote) e si è fatto esplodere
quando i poliziotti lo stavano perquisendo”, ha detto l'ufficiale di polizia Iftikhar
Khan. Un comunicato militare ha detto che l'attentato ha fatto tre morti - un poliziotto
e due civili - oltre al kamikaze.
Turchia - UE Un incontro chiave
in programma oggi ad Ankara tra alti rappresentanti dell'Unione Europea, la “Troika”
e responsabili del governo turco dovrebbe - come ci si attende da più parti - riportare
sotto i riflettori le relazioni tra UE e Turchia in un momento in cui diversi recenti
sviluppi, tra cui una minaccia di chiusura del partito al governo, stanno scuotendo
il panorama politico del Paese. A rendere questi colloqui della "Troika" cruciali
saranno oggi non solo questioni annose come il processo di pace con la Repubblica
di Cipro, ma anche le più recenti operazioni militari turche nell'Iraq del Nord contro
i separatisti curdi del PKK, il ruolo di Ankara in un possibile rilancio del processo
di pace in Medio Oriente e gli incidenti dello scorso primo maggio ad Istanbul quando
la polizia ha represso una manifestazione di lavoratori. Dall'esame della "Troika"
non saranno escluse questioni interne come la possibile chiusura del filoislamico
partito AKP al governo, sotto accusa da parte della magistratura per “attività antilaiche”,
e il processo di riforme in atto nel Paese. All'incontro, nel quale la Turchia sarà
rappresentata dal ministro degli Esteri Ali Babacan, partecipano l'Alto rappresentante
per la politica estera e di sicurezza della UE, Javier Solana; il ministro degli Esteri
sloveno, Dimitrij Rupel, presidente di turno dell'UE; il ministro per gli Affari europei
francese Jean Pierre Jouyet ed il commissario europeo all'Allargamento Olli Rehn.
Sudan Una pace firmata nel gennaio del 2005, ma mai perfezionata;
crescenti tensioni; difficoltà interne; situazione regionale drammatica; misteriosi
incidenti aerei che eliminano figure di grande spicco, e quindi scomode; ed un detonatore
che il mondo non riesce a disinnescare quale il Darfur, pronto ad esplodere in qualunque
momento, ed in tal senso i segnali si moltiplicano, travolgendo tutto: questo il quadro
nel quale si muovono Nord e Sud Sudan. Negli ambienti di intelligence e diplomatici
di Nairobi, dove di recente si è visto il presidente sud sudanese Salva Kiir, si teme
che possa riesplodere di nuovo la guerra, anche perchè giungono costanti conferme
che, malgrado l'embargo, Nord e Sud del Sudan si stanno riarmando senza sosta e pesantemente.
Uno scenario catastrofico per il Sudan - il Paese più esteso dell'intera Africa, che
ha vissuto 21 anni di guerra civile con quasi due milioni di morti - ma anche per
gli altri Paesi dell'area: Somalia, Ciad, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica
del Congo, Etiopia, Eritrea, Uganda e Kenya.
Ucraina Kiev ha presentato
una nota di protesta al Ministero degli esteri russo per un test di collaudo di un
missile-siluro anti sommergibile in Crimea effettuato lo scorso 15 aprile dalla flotta
russa sul Mar Nero. Missile ritrovato il 27 aprile. “Nessun test è stato concordato
con l'Ucraina”, ha dichiarato un portavoce del Ministero degli esteri di Kiev, sostenendo
che il lancio viola il trattato del 1997 sullo stato e le condizioni del dislocamento
della flotta russa sul Mar Nero”, come riferisce l'agenzia Itar-Tass.
Tibet L'incontro
di domenica scorsa con rappresentanti del governo cinese è stato “un buon primo passo”
secondo uno degli inviati del Dalai Lama ai colloqui, Lodi Gyari. Gyari si è impegnato
a dire di più dopo aver fatto il suo rapporto al leader tibetano, che dal 1959 vive
in esilio in India. La Cina è stata rappresentata da due esponenti dell'Ufficio per
il Fronte Unito (l'organismo responsabile dei rapporti con i gruppi non comunisti),
Zhu Weiqun, e il tibetano Sitar. L'incontro si è concluso con l'accordo a proseguire
nei colloqui ma non è stata fissata alcuna data. Nel Tibet è in corso dal 10 marzo
una rivolta nella quale sono morte almeno duecento persone, secondo gli esuli tibetani,
mentre Pechino afferma che le vittime sono state 22, in maggioranza civili uccisi
durante le violenze contro gli immigrati cinesi verificatesi il 14 marzo a Lhasa.
I tibetani affermano, inoltre, che un migliaio di persone sono rimaste ferite e che
gli arrestati sono circa cinquemila.
Giappone-Cina Da oggi, al via
la storica visita di 5 giorni del presidente cinese Hu Jintao in Giappone per rilanciare
l'amicizia e la cooperazione tra i due Paesi asiatici. Si tratta del primo viaggio
all'estero del leader cinese dall'inizio, in marzo, della rivolta tibetana. Il Dalai
Lama, il leader tibetano in esilio, è molto popolare in Giappone e la situazione nel
Tibet sarà uno degli scogli che Hu Jintao dovrà superare. Sulle relazioni tra i due
Paesi - profonde sul piano economico ma difficili su quello politico - pesano anche
la polemica in corso sui diritti di sfruttamento delle risorse naturali del mar del
Giappone e sullo scandalo dei ravioli velenosi importati dalla Cina. Oltre ad avere
colloqui col primo ministro Yasuo Fukuda, Hu Jintao sarà ricevuto dall'imperatore
Akihito. Giovedì prossimo il leader cinese parlerà agli studenti dell'Università Waseda
di Tokyo, che hanno annunciato una raffica di domande su Tibet e diritti umani. Intanto,
le manifestazioni contro la visita in Giappone del presidente cinese Hu Jintao sono
già cominciate. Nonostante gli sforzi della polizia e delle autorità nipponiche, diverse
centinaia di persone sono scese in piazza a Tokyo, concentrandosi nelle centrali aree
di Ghinza e Toranomon, a ridosso delle sedi istituzionali e ministeriali. Le proteste,
in particolare, sono promosse da tibetani residenti in Giappone e loro sostenitori
contrari alla repressione di Pechino in atto nel Tibet.
Sri lanka Sono
oltre 2000 i militari dell'esercito dello Sri Lanka uccisi e 4000 i feriti nelle battaglie
del 2007 nell'isola asiatica. Lo ha reso noto il comandante in capo dell'esercito
cingalese, il generale Sarath Fonseka, in una conferenza al quartier generale dell'esercito.
Secondo il generale, negli scontri con i ribelli dell'LTTE, l'Esercito di liberazione
delle tigri tamil che si batte per l'indipendenza del nord dell'isola, avrebbero perso
la vita anche più di 5000 ribelli nel solo anno scorso. Il governo di Colombo ha comunque
vietato a qualsiasi fonte di riferire dati relativi alle battaglie con i ribelli,
tanto da obbligare le ambulanze che trasportano i militari feriti, a non usare le
sirene. Le notizie sul numero dei morti sono uscite dalla stanza del quartier generale
dell'esercito, soprattutto in chiave di delazione nei confronti del generale Fonseka,
da tutti indicato come responsabile della debacle che l'esercito regolare dello Sri
Lanka sta registrando negli ultimi tempi nei confronti delle Tigri. Il generale è
ritenuto il principale responsabile della pesante sconfitta registrata lo scorso 23
aprile nel nord del Paese quando, secondo ufficiali dell'esercito, persero la vita
una ventina di soldati, mentre le cifre reali parlano di oltre 100 militari caduti
in battaglia. Dall'inizio del conflitto nello Sri Lanka, nel 1983, sono morte nel
Paese tra le 60 e le 70 mila persone. Dal 16 gennaio scorso non è più in vigore tra
governo e ribelli Tamil la tregua conclusa nel febbraio 2002 sotto il patrocinio della
Norvegia. Un cessate il fuoco, ormai non più rispettato, era stato annunciato all’elezione,
alla fine del 2005, del presidente Rajapaksa, un nazionalista fautore del pugno di
ferro contro i 'terroristi". I Tamil, minoranza induista proveniente dal sud dell'India,
si battono per l'indipendenza della zona settentrionale del Paese, nel quale vivono
20 milioni di abitanti, di cui il 75% cingalesi per lo più buddisti.
Immigrazione
clandestina Soccorsi in nottata nel Canale di Sicilia in due distinti interventi
73 immigrati, tra cui dieci donne e quattro bambini, su due barconi. Tutti i migranti,
compresi una donna e due bambini di 3 e 7 anni, sono stati trovati in discrete condizioni
di salute. Dopo i primi soccorsi, gli immigrati sono stati trasferiti, per sicurezza,
a bordo delle due motovedette e successivamente condotti nel centro di primissima
accoglienza di Pozzallo. Inoltre, un gruppo di 41 persone è riuscito a sbarcare direttamente
a terra a Lampedusa. Gli extracomunitari sono stati bloccati nei pressi di Cala Galera
dagli uomini della Guardia Costiera. (Panoramica internazionale a cura di Fausta
Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
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