Domani al Cremlino l'insediamento del neo-presidente russo Dmitri Medvedev
Passaggio di consegne, domani, a Mosca tra Vladimir Putin e Dmitri Medvedev, eletto
alle presidenziali dello scorso marzo con oltre il 70% dei suffragi. Il nuovo inquilino
del Cremlino, considerato dagli osservatori internazionali il “delfino” di Putin,
nelle ore successive la sua elezione, sottolineò il carattere di continuità della
sua presidenza. Intanto l'opposizione di Altra Russia, guidata dall’ex campione di
scacchi Garry Kasparov, ha annunciato una manifestazione di protesta per domani a
Mosca. Ma quale eredità lascia Putin al suo successore? Salvatore Sabatino
lo ha chiesto a Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana, ed
esperto di politica russa:
R. -
Putin, dal punto di vista del potere lascia a Medvedev una buona eredità. E questo
perchè gli lascia un Paese tenuto saldamente in pugno, gli lascia un Paese in cui
c’è certamente maggiore stabilità ed un tenore di vita superiore a quello che Putin
trovò otto anni fa; gli lascia un Paese che ha più influenza ed autorevolezza nel
mondo di quanto ne aveva otto anni fa. Questo non vuol dire che non manchino i problemi
e le questioni da risolvere.
D. - Ci sono soprattutto
problemi in Cecenia, in Daghestan, in Inguscezia: tutte crisi, queste, ancora aperte.
Il fronte più caldo, proprio di questi giorni, è la Georgia. Come affronterà le tensioni
Medvedev, all’insegna delle continuità o della discontinuità?
R.
– Io credo che non ci sarà alcun segno di discontinuità. Credo che Medvedev seguirà
passo passo la politica di Putin, che è una politica dura, che è una politica aggressiva,
una politica che non fa sconti all’Occidente, perchè non dimentichiamo che la questione
georgiana si è aggravata dopo l’indipendenza autoproclamata del Kosovo a cui la Russia
era decisamente ostile.
D. – Come definire il nuovo
capo del Cremlino?
R. – La prima definizione che
viene in mente è quella del “ragazzo prodigio”, perchè è stato un businessman di successo
a 25 anni di età; è stato presidente di Gazprom, che è la terza azienda mondiale per
dimensioni, a 36 anni; a 42 anni è diventato presidente della Federazione Russa. Certo
non si può dire che non sia un ragazzo prodigio. Per il resto, certamente Medvedev
è un personaggio un po’ da scoprire, perchè ha avuto cariche importantissime nel settore
dell’industria di Stato, ma non in politica. E questo è un banco di prova importantissimo.
C’è anche da dire che Medvedev è oggi l’unico personaggio importante del quadro politico
russo che non abbia un passato in qualche modo connesso a quello dei servizi segreti.
Bisognerà vedere ora in che modo questa sua differenza rispetto al contesto influirà
sulle sue azioni.
D. – Molti analisti sostengono
che la presenza di Putin sarà, comunque, ingombrante…
R.
– Certamente la figura di Putin è quella di un uomo che è stato presidente per otto
anni e non dimentichiamo che è stato anche primo ministro, ministro dei servizi di
sicurezza e capo dell’amministrazione presidenziale e ,quindi, è quella di un uomo
che dei meccanismi del potere della Russia post-sovietica sa tutto ed anche di più!
La presenza di un simile uomo non può che essere ingombrante e difficile da ignorare.