In udienza dal Papa il primate della Comunione anglicana, l'arcivescovo di Canterbury,
Rowan Williams
Benedetto XVI ha ricevuto stamani in udienza il primate della Comunione anglicana,
Rowan Williams. L’arcivescovo di Canterbury è in visita a Roma per il settimo seminario
islamo-cristiano “Building Bridges”, che si terrà a partire da domani al Collegio
religioso inglese “Palazzolo” sul lago di Albano. L’evento, organizzato assieme alla
Georgetown University di Washington, si protrarrà sino all’8 maggio. Mercoledì prossimo,
l’arcivescovo Willimas presiederà una celebrazione nella Basilica di Santa Maria Sopra
Minerva per l’insediamento del nuovo direttore del Centro Anglicano, il reverendo
David Richardson. Philippa Hitchen del nostro programma inglese, ha intervistato
l’arcivescovo Rowan Williams sullo stato dei rapporti tra Chiesa cattolica
e comunione anglicana: R. - It depends on what you’re looking... Dipende
dal punto di vista. Penso che, per quanto riguarda il conflitto all’interno della
comunità anglicana, sia un periodo di difficoltà senza precedenti, non lo si può negare.
L’altra faccia della medaglia - in parte per il lavoro dei precedenti direttori, specialmente
del vescovo John Flack - è che sono state gettate delle fondamenta di mutua fiducia,
in termini di facilità di accesso e di onestà nelle discussioni, e penso che ci troviamo
in una fase molto buona delle relazioni. E sono assolutamente sicuro che il nuovo
direttore continuerà su questa strada.
D. - Qual
è il suo auspicio verso il nuovo direttore, guardando agli anni che verranno? Cosa
vorrebbe che raggiungesse?
R. - He is bound to
be looking… Dovrà guardare in due direzioni. Guarderà alla propria sede, la
Lambeth Palace della Chiesa d’Inghilterra, tenendoci molto aggiornati su ciò che lui
vede e sente e su ciò che sta accadendo qui. E spero che sarà in grado di avere lo
stesso accesso di John Flack, di svilupparlo strategicamente, di essere sicuro che
noi ascoltiamo e diamo il nostro contributo alle discussioni in vari ambiti, inclusa
la segreteria di Stato e la Congregazione per la Dottrina della Fede, assicurando
che le nostre voci siano ascoltate chiaramente e in onestà e che noi si ascolti quello
che il Vaticano ha da dirci.
D. - Ha menzionato la
prossima Conferenza di Lambeth, una grande sfida per lei. Alcune persone minacciano
la rottura della Comunità anglicana come la conosciamo. Quali sono le speranze, ad
alcuni mesi dall’apertura?
R. - My hopes for
the Conference... Le mie speranze per la Conferenza sono che possa essere un’occasione
di riflessione dove tutti abbiano la possibilità di parlare ed ascoltare nei gruppi
che abbiamo creato per questa occasione. Quindi, invece di avere un grande gruppo,
ci saranno più gruppi, strutturati per una più facile discussione. Spero che sia un
evento nel quale la gente vada sentendosi via via arricchita per quello che ha vissuto.
Ma spero anche ci dia una scossa su alcuni aspetti della vita della comunità e slancio
nel verificare se le strutture internazionali siano quello di cui abbiamo bisogno.
D.
- Questo corso avrà un grande impatto sui vostri rapporti con la Chiesa cattolica.
A seguire i lavori vi saranno infatti degli osservatori di parte cattolica. Quanta
considerazione c’è per la dimensione ecumenica durante questa conferenza?
R.
- I think it is going to be... Penso ci sarà una seria considerazione. So
che secondo molte persone ciò che accadrà a Lambeth dovrà dare forma alle nostre future
relazioni. Abbiamo l’obbligo di essere il più chiari possibile su quali siano le nostre
speranze per la Comunione. Quindi, la dimensione ecumenica è cruciale, perché si tratta
della nostra capacità di parlare onestamente e coerentemente alle altre Chiese.