2008-05-05 14:22:13

In udienza dal Papa il primate della Comunione anglicana, l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams


Benedetto XVI ha ricevuto stamani in udienza il primate della Comunione anglicana, Rowan Williams. L’arcivescovo di Canterbury è in visita a Roma per il settimo seminario islamo-cristiano “Building Bridges”, che si terrà a partire da domani al Collegio religioso inglese “Palazzolo” sul lago di Albano. L’evento, organizzato assieme alla Georgetown University di Washington, si protrarrà sino all’8 maggio. Mercoledì prossimo, l’arcivescovo Willimas presiederà una celebrazione nella Basilica di Santa Maria Sopra Minerva per l’insediamento del nuovo direttore del Centro Anglicano, il reverendo David Richardson. Philippa Hitchen del nostro programma inglese, ha intervistato l’arcivescovo Rowan Williams sullo stato dei rapporti tra Chiesa cattolica e comunione anglicana:
 
R. - It depends on what you’re looking...
Dipende dal punto di vista. Penso che, per quanto riguarda il conflitto all’interno della comunità anglicana, sia un periodo di difficoltà senza precedenti, non lo si può negare. L’altra faccia della medaglia - in parte per il lavoro dei precedenti direttori, specialmente del vescovo John Flack - è che sono state gettate delle fondamenta di mutua fiducia, in termini di facilità di accesso e di onestà nelle discussioni, e penso che ci troviamo in una fase molto buona delle relazioni. E sono assolutamente sicuro che il nuovo direttore continuerà su questa strada.

 
D. - Qual è il suo auspicio verso il nuovo direttore, guardando agli anni che verranno? Cosa vorrebbe che raggiungesse?

 
R. - He is bound to be looking…
Dovrà guardare in due direzioni. Guarderà alla propria sede, la Lambeth Palace della Chiesa d’Inghilterra, tenendoci molto aggiornati su ciò che lui vede e sente e su ciò che sta accadendo qui. E spero che sarà in grado di avere lo stesso accesso di John Flack, di svilupparlo strategicamente, di essere sicuro che noi ascoltiamo e diamo il nostro contributo alle discussioni in vari ambiti, inclusa la segreteria di Stato e la Congregazione per la Dottrina della Fede, assicurando che le nostre voci siano ascoltate chiaramente e in onestà e che noi si ascolti quello che il Vaticano ha da dirci.

 
D. - Ha menzionato la prossima Conferenza di Lambeth, una grande sfida per lei. Alcune persone minacciano la rottura della Comunità anglicana come la conosciamo. Quali sono le speranze, ad alcuni mesi dall’apertura?

 
R. - My hopes for the Conference...
Le mie speranze per la Conferenza sono che possa essere un’occasione di riflessione dove tutti abbiano la possibilità di parlare ed ascoltare nei gruppi che abbiamo creato per questa occasione. Quindi, invece di avere un grande gruppo, ci saranno più gruppi, strutturati per una più facile discussione. Spero che sia un evento nel quale la gente vada sentendosi via via arricchita per quello che ha vissuto. Ma spero anche ci dia una scossa su alcuni aspetti della vita della comunità e slancio nel verificare se le strutture internazionali siano quello di cui abbiamo bisogno.

 
D. - Questo corso avrà un grande impatto sui vostri rapporti con la Chiesa cattolica. A seguire i lavori vi saranno infatti degli osservatori di parte cattolica. Quanta considerazione c’è per la dimensione ecumenica durante questa conferenza?

 
R. - I think it is going to be...
Penso ci sarà una seria considerazione. So che secondo molte persone ciò che accadrà a Lambeth dovrà dare forma alle nostre future relazioni. Abbiamo l’obbligo di essere il più chiari possibile su quali siano le nostre speranze per la Comunione. Quindi, la dimensione ecumenica è cruciale, perché si tratta della nostra capacità di parlare onestamente e coerentemente alle altre Chiese.







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