2008-05-04 15:18:22

Ciclone in Myanmar: oltre 240 morti


È di almeno 240 morti il bilancio ancora provvisorio del passaggio del ciclone tropicale Nargis su cinque regioni della Myanmar e su Yangon, la più grande città ed ex capitale del Paese. La città è tuttora senza acqua ed energia elettrica, mentre le strade sono invase dai detriti e dalle macerie, provenienti dagli alberi caduti e dalle case crollate. Ma l'area più colpita è quella del delta del fiume Irrawaddy, dove in alcune città sono stati abbattuti o danneggiati il 70% degli edifici. La tempesta ha spazzato il sud dell’ ex Birmania con venti violentissimi che hanno soffiato a una velocità fra i 190 e i 240 km orari.

Cina–Tibet
Al via a Shenzhen, nel sud della Cina, i colloqui sulla crisi tibetana tra gli inviati del Dalai Lama e gli esponenti del governo cinese. L’incontro tra le due parti, che si protrarrà per almeno due giorni, è il primo da quando, due mesi fa, sono scoppiate a Lhasa le proteste anti-cinesi. Per il punto della situazione ascoltiamo il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Sono iniziati oggi a Shenzhen, nel sud della Cina, i primi colloqui tra inviati del Dalai Lama ed gli esponenti del governo cinese dall'inizio della rivolta tibetana, il 10 marzo scorso. La stampa non è stata ammessa nell’edificio che ospita l’incontro, all’esterno del quale sono state predisposte ingenti misure di sicurezza. Secondo un portavoce del governo tibetano in esilio non saranno quindi diramate informazioni sull’esito del confronto fino al ritorno degli inviati in India, previsto tra martedì e mercoledì. Preoccupato per i danni d’immagine che la crisi tibetana sta recando al Paese a tre mesi dai Giochi di Pechino, il presidente cinese Hu Jintao si è dichiarato "fiducioso" che i colloqui "ottengano i risultati desiderati". Da parte tibetana si registra invece più scetticismo. Ieri il premier del governo in esilio ha detto di non nutrire grandi aspettative ma di essere “contento che ci si parli”. Prosegue intanto il percorso della torcia olimpica in territorio cinese. Dopo la tranquilla tappa nell’ex colonia portoghese di Macao, oggi sarà la volta dell’isola di Hainan. Il momento più delicato, prima dell'arrivo a Pechino l'8 agosto, sarà il passaggio in Tibet, dove la fiaccola verrà portata sull'Everest.

Sri Lanka
In Sri Lanka torna alto il livello dello scontro tra l’esercito governativo e i ribelli Tamil, che combattono da oltre 20 anni per ottenere l'indipendenza. Le autorità di Colombo, hanno riferito della morte di almeno 35 ribelli e di otto militari a seguito di violenti scontri nel nord del Paese.

Iraq
In Iraq proseguono i duri combattimenti tra forze statunitensi e milizie ribelli a Sadr City, roccaforte del leader radicale sciita Moqtada Sadr a Baghdad. Il bilancio delle ultime 24 ore parla di almeno dieci morti e diciassette feriti. Nella parte Ovest della capitale si registra invece la morte di un civile e il ferimento di altri otto a seguito dell'esplosione di due ordigni. Vittime anche tra le truppe statunitensi. Quattro incursori sono stati uccisi da un ordigno esploso al passaggio della loro pattuglia nella provincia di Anbar. Infine una giovane giornalista irachena è stata uccisa con una vera e propria esecuzione mirata a Mosul, nel nord del Paese. Stando a quanto riferito dalla polizia, la donna, di circa trent'anni, si stava recando al lavoro in taxi, quando è stata intercettata da uomini armati che l'hanno trascinata fuori dalla macchina e freddata con un colpo di pistola alla testa.

Turchia- Kurdistan
Sarebbero oltre 150 i ribelli separatisti curdi del PKK uccisi tra giovedì e venerdì a seguito di raid aerei dell'aviazione turca nel nord dell’Iraq. A renderlo noto è il comando militare di Ankara con un comunicato che riferisce anche della distruzione di tutte le postazioni del PKK nell'area di Qandil. Tuttavia, un portavoce del Partito dei lavoratori del Kurdistan ha smentito le fonti turche, sostenendo che i bombardamenti non hanno provocato alcuna vittima tra i guerriglieri del PKK, ma hanno ucciso otto ribelli curdi di una fazione che lotta contro l'Iran.

Medio Oriente
Il segretario di stato USA, Condoleezza Rice, è da ieri in Israele per rilanciare i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi. Si tratta di una “missione lampo” che prevede diversi colloqui con le autorità dei due Paesi, alla vigilia di un nuovo incontro fra il primo ministro Ehud Olmert ed il presidente dell'Anp Abu Mazen. Ieri sera la Rice ha cenato con il premier israeliano Ehud Olmert. Oggi il capo della diplomazia statunitense vedrà il ministro della Difesa dello Stato ebraico Ehud Barak, il ministro degli Esteri Tzipi Livni, e, a Ramallah, il presidente palestinese Abu Mazen e il primo ministro Salam Fayyad. In un incontro con la stampa, la Rice ha spiegato che intende chiedere nuovamente a Israele di ridurre i check point in Cisgiordania e fare pressioni su entrambe le parti “affinché rispettino gli impegni presi".

Iran nucleare
Il ministro degli Esteri iraniano, Manucher Mottaki, ha lanciato un monito ai Paesi negoziatori del “5+1” a non oltrepassare alcuna ''linea rossa'' nella nuova offerta appena messa a punto per Teheran al fine di risolvere la crisi sul programma nucleare. L’esponente del governo del Paese asiatico si riferisce alla proposta con "elementi economici più appetibili", avanzata ieri dagli Stati membri del Consiglio di Sicurezza ONU più la Germania, a condizione che l’Iran rinunci all'arricchimento dell'uranio almeno per il periodo delle trattative.

Nigeria
In Nigera tornano a colpire le milizie del Mend, all’indomani della decisione di un tribunale del Paese che ha deciso che il processo a carico di un leader del Movimento per l'emencipazione del Delta del Niger si svolgerà a porte chiuse. Ieri i ribelli hanno fatto saltare tre pozzi di petrolio gestiti dalla Shell. Oggi sono state rapite due persone nel corso di un attacco sferrato contro una petroliera presso il canale di Bonny. Si tratta, annuncia un portavoce militare, del capitano, un bianco di nazionalità ancora sconosciuta, e di un ingegnere nigeriano. (Panoramica internale a cura di Marco Guerra)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 125

 
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