Prosegue a Roma l'assemblea nazionale dell'Azione Cattolica Italiana
Un’Associazione capace di stare nel chiaroscuro della storia con la fatica dell’intelligenza
e la grazia della fede con una dimensione pubblica ed una privata: questa è l’Azione
Cattolica che il presidente Luigi Alici lascia in eredità al suo successore. All’inizio
della tredicesima assemblea, apertasi ieri a Roma e chiamata, tra le altre cose, ad
eleggere il nuovo consiglio direttivo, Alici, che ha fatto sapere di non essere disponibile
per un secondo mandato, ha indicato con chiarezza le sfide che attendono la più antica
aggregazione ecclesiale italiana nel presente e nel futuro. “Dobbiamo allargare il
nostro sguardo sul mondo - ha detto il presidente nazionale – c’è una domanda diffusa
di bene che dobbiamo intercettare ed una risposta evangelica da testimoniare”. Insomma,
un’Azione Cattolica capace di dialogo dove si impara la grammatica del bene comune,
si pratica la sintassi della partecipazione, si tesse una rete di buone relazioni,
al fine di far nascere una cultura nuova; un compito, questo, sottolineato stamattina
anche dal segretario generale della CEI, mons. Giuseppe Betori, sull’impegno che,
la Chiesa Italiana chiama Progetto culturale, l’Azione Cattolica - ha detto il vescovo
- può spendere con coraggio, un ulteriore tratto della sua più che centenaria storia.
Questa XIII assemblea, infatti, coincide con 140° anniversario della fondazione e
si concluderà domenica con il grande incontro di Piazza San Pietro con il Papa al
quale parteciperanno 100 mila persone. (Da Roma, per la Radio Vaticana, Mimmo Muolo)